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Commemorazione del 40° anniversario dell’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Lungro

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LUNGRO -  Le comunità arbëreshë di Lungro, Acquaformosa e Firmo si uniranno domani 10 settembre, per ricordare le gesta del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il Prefetto di Palermo fu ucciso da “Cosa Nostra” il 3 settembre 1982 con trenta pallottole di Kalashnikov, assieme alla moglie, Emanuela Setti-Carraro, che tentò invano di proteggere col suo corpo. Un altro killer liquidò nello stesso momento l’agente di scorta, Domenico Russo.

Alla commemorazione del 40° anniversario dell'omicidio prenderanno parte le istituzioni civili, militari e religiose. La cerimonia si terrà all'interno del Palazzo Comunale di Lungro (Piazza Cavallotti), alle ore 10.00.

In seguito il corteo si dirigerà verso la Cattedrale di San Nicola di Mira per la benedizione della corona d'alloro -  suggellante il sacrificio del Generale Dalla Chiesa per liberare l'Italia dalle mafie - e la messa officiata dal vescovo di Lungro, il monsignor Donato Oliverio.

Al termine, il corteo raggiungerà poi il monumento dei caduti dove verrà apposta la corona d'alloro. 

Presenti - oltre al sindaco di Lungro Carmine Ferraro, il primo cittadino di Acquaformosa Gennaro Capparelli, e quello di Firmo Pino Bosco - anche il colonnello Agatino Savero Spoto, comandante proviciale dei Carabinieri, il tenente Pantaleo Mangia della Compagnia dei Carabinieri di Castrovillari e il comandante della stazione di Lungro, maresciallo Antonio Coppola. 

«Il Generale Dalla Chiesa siede tra gli eroi che l’Arma dei Carabinieri ha donato al Paese ed al Popolo italiano, ed anche quando si affievolisce il ricordo di lontani eroismi, resta indelebile la nuda, spartana virtù del dovere compiuto in nome di una società civile», si legge in calce alla nota biografica, consultabile sul portale Carabinieri.

La commemorazione di domani sarà quindi un'occasione per celebrare la sua virtù, per proseguire il suo lavoro contro la criminalità organizzata anche nel nostro piccolo, perché, come disse lui stesso: «Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli».

 

Virginia Diaco
Autore: Virginia Diaco

Studio materie umanistiche e amo scrivere. Ho ricevuto diversi riconoscimenti in ambito letterario, tra cui il V Premio Internazionale di poesia “Giovanni Bertacchi” con la poesia “Preghiera alla vita che toglie vita” e la Menzione della Giuria nella prima edizione del Concorso Letterario Internazionale “Il Viaggio” con la poesia “Consumato negli occhi”. Attraverso le parole esprimo il mio mondo, grazie ad esse conosco quello altrui. Lo scopo più forte che sento di avere è quello di rendere giustizia - quanto più possibile - alla bellezza, all’arte e alle vulnerabilità sociali.