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Giannino, il pensionato che ad agosto torna a Calopezzati e ripulisce dai rifiuti la spiaggia fino a Pietrapaola

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CALOPEZZATI - Dopo le tristi pagine sulla cattiva raccolta differenziata o lo scorretto comportamento di cittadini e turisti del nostro territorio, diventano virali foto e video di un anziano - ormai pensionato - intento a diversificare i rifiuti raccolti nella mattinata, lungo la spiaggia e nei dintorni.

Si tratta di Giovanni Iuliano, meglio conosciuto a Calopezzati come “Giannino”, il quale ogni giorno percorre il tratto di spiaggia che va da Calopezzati a Pietrapaola, ripulendolo dai rifiuti che cittadini e turisti vi abbandonano. 

Giannino potrebbe godersi le vacanze e il meritato riposo dopo tanti anni di lavoro, ma non vuole. Sveglia presto e - quell'unico mese di vacanza nella sua Calopezzati - armandosi di sacchi e pinze, cerca di restituire al mare la bellezza che ci regala.

Ci racconta: «Sono tanti anni che mi impegno in questo lavoro. Dopo aver fatto da spola tra Calopezzati e Pietrapaola, trasporto i sacchi a casa mia, dove inizio a dividere gli oggetti in base al materiale. Raccolgo di tutto, cicche di sigarette, fazzoletti, bottiglie di plastica e lattine che non capisco perché non portino via, dopo utilizzate pesano anche di meno.

In Calabria la raccolta differenziata è porta a porta ed è giornaliera, praticamente una fortuna. Da noi, in Svizzera, la plastica viene ritirata ogni due settimane, carta e giornali ogni tre mesi. Mi dispiace non avere la forza di portarmi via tutti gli ombrelloni o le sedie rotte. Se avessi qualche ragazzo a disposizione me ne andrei più contento non sapendone più lì».

Sul motivo di questo enorme lavoro di altruismo, rispetto per la natura e per la comunità, ci dice: «Mi piace mantenere pulito l'ambiente, se tutti lo sporcassimo, dove andremmo a finire? Quest'anno ho raccolto meno spazzatura, sembra essere diminuita. Il problema però c'è ancora, tutto il mare è pieno di plastica, la mangiano i pesci e di conseguenza anche noi, morendo di malattie».

Apprendiamo anche che il lavoro di Giannino ha generato emulazione: «Il mio vicino scendendo da Calopezzati si è portato a casa tante buste di rifiuti; mi ha detto di voler fare come me. Il mio cuore si è riempito di gioia, insieme possiamo preservare i giovani e la Terra, lasciando loro un mondo migliore».

Nel congedarci, lo ringraziamo per quello che fa per l’ambiente e la comunità tutta, ma egli risponde: «Non voglio essere ringraziato, vorrei soltanto una mano per poter fare di più, anno dopo anno. Questo sarebbe il mio regalo più bello».

E invece, caro Giannino, noi ti ringraziamo, perché ci fai vedere un barlume di speranza, ce lo fai toccare con mano. Come dice Edward Everett Hale: “Io sono soltanto uno. Ma comunque sono uno. Non posso fare tutto, ma comunque posso fare qualcosa, e il fatto che non posso fare tutto non mi fermerà dal fare quel poco che posso fare”. E questo concetto, tu lo hai spiegato e dimostrato ampiamente, fino all’ultimo giorno della tua permanenza qui.

Il suo pensiero prima di rientrare in Svizzera è: «Chi continuerà ora?». Noi però lo rassicuriamo, forti che qualcuno – come già successo per il suo vicino – continuerà la sua opera di bene, seguendo le sue orme, anzi, spingendosi oltre e abbracciando la massima ‘’dove non arrivi tu, arrivo io’’.

 

Virginia Diaco
Autore: Virginia Diaco

Studio materie umanistiche e amo scrivere. Ho ricevuto diversi riconoscimenti in ambito letterario, tra cui il V Premio Internazionale di poesia “Giovanni Bertacchi” con la poesia “Preghiera alla vita che toglie vita” e la Menzione della Giuria nella prima edizione del Concorso Letterario Internazionale “Il Viaggio” con la poesia “Consumato negli occhi”. Attraverso le parole esprimo il mio mondo, grazie ad esse conosco quello altrui. Lo scopo più forte che sento di avere è quello di rendere giustizia - quanto più possibile - alla bellezza, all’arte e alle vulnerabilità sociali.