Corigliano-Rossano, scoppia il caso "Levi": suonerà la campanella per tutti gli studenti?
La spada di Damocle degli spazi (ampliati per Covid) pende sulla testa degli alunni dell'istituto. Si attendevano interventi risolutivi da parte del Comune che non ci sono stati e ora le famiglie sono (nuovamente) sul piede di guerra
CORIGLIANO-ROSSANO - È da aprile scorso che ne parliamo e sono 5 mesi che i genitori ed il consiglio d'istituto della scuola Carlo Levi pone un problema fattuale sul futuro delle attività scolastiche all'interno della scuola primaria di secondo grado di viale De Rosis allo scalo di Rossano. Con l'avvento del Covid, dovendo fare di necessità virtù, si era pensato di abbattere alcuni muri divisori all'interno della struttura per creare aule più ampie e di trasferire - considerata la straordinarietà del momento - altre classi in strutture adiacenti ma esterne all'immobile in cui è insediata la media "Levi".
Tutte azioni giustificate - anche in bilancio (perché spostare delle aule all'esterno ha comportato una spesa di affitto per il Comune) - dallo Stato di Emergenza nazionale. Che ora non c'è più. E l'ordinarietà delle cose ha messo le istituzioni cittadine difronte alla necessità di compiere delle scelte. Scelte che - a quanto pare - ancora oggi, a pochissimi giorni dall'inizio delle attività scolastiche, non sono state compiute. Nonostante, da settimane, gli stessi genitori degli alunni della "Levi" ma anche dell'adiacente e "coinquilina" scuola "Roncalli" chiedono all'Amministrazione comunale una soluzione efficace e concreta per dare spazi idonei ai ragazzi per le loro attività scolastiche.
Soluzioni che - manco a dirlo - non sono arrivate. La scuola è alle porte. Le campanelle stanno per suonare ma, probabilmente, non suoneranno per tutti. Almeno questa è la preoccupazione dei genitori che oggi tornano a tuonare contro il sindaco di Corigliano-Rossano e l'Amministrazione comunale.
«Sono anni - scrivono i genitori in una lettera indirizzata alle istituzioni - che la scuola "Levi" ha sempre lo stesso numero di sezioni e non ha mai riscontrato problemi di spazio, sino all'avvento della pandemia che ha reso necessario allargare gli ambienti con l'abbattimento di muri, determinando così una diminuzione delle aule disponibili nell'edificio. Lo "sventramento" delle classi - aggiungono - ha reso necessario per due anni lo spostamento di alcune sezioni presso i locali dei Padri Giuseppini, presi in locazione con i fondi provenienti dallo Stato».
Ma ora che l'emergenza covid è terminata il problema aule, «che non possono più essere ripristinate allo stato iniziale, e senza più gli emolumenti governativi» che si fa? «Il problema - ricordano i genitori al sindaco - è scoppiato in tutta la sua urgenza».
È nel lontano 3 maggio scorso che la problematica era stata posta all'amministrazione locale durante un Consiglio d'Istituto del comprensivo Rossano II e alla presenza dell'Assessore alla Pubblica Istruzione Alessia Alboresi. «Nell'occasione - ricordano i genitori - l'Assessore aveva rassicurato i rappresentati delle famiglie e degli insegnanti che la problematica era già al vaglio dell'amministrazione, la quale aveva istituito una commissione interdipartimentale per verificare la necessità egli spazi in tutti i plessi di competenza e che tale verifica si sarebbe conclusa per la seconda metà di giugno».
Siamo ormai a due settimane dall'apertura delle porte delle scuole «e ancora l'amministrazione tace».
I genitori sono preoccupati dall'inizio monco del nuovo anno scolastico per la mancanza di aule e da cittadini sono preoccupati per eventuali scelte che «potrebbero determinare un esborso eccessivo, causando danno erariale nel bilancio del nostro Comune, a discapito di soluzioni semplici e vicine e soprattutto a costo minimo».