Quelle classi "sventrate" che rischiano di diventare un problema nel post-covid
Il caso della media “Levi” di Rossano che per consentire il distanziamento tra gli studenti ha ridotto strutturalmente il numero delle classi demolendo pareti e ne ha fittate delle altre fuori dall’istituto. E dopo la fase d’emergenza che succede?
CORIGLIANO-ROSSANO – «Alla fine di un problema rischiamo di avere un altro problema». È così che alcuni genitori degli alunni della scuola media “Carlo Levi” commentano il caso singolare che si troverà ad affrontare l’istituto dove studiano i loro figli. Già, perché con il graduale e veloce allentamento delle misure anti-covid presto – si spera – si tornerà alla totale normalità, in ogni settore. Compreso quello della scuola. Succede, però, che proprio alla “Levi” di Rossano scalo, durante il periodo clou della pandemia, per consentire la didattica in presenza (anche se sappiamo tutti come è andata la storia in questi anni soprattutto a Corigliano-Rossano, con lunghissimi periodi in Dad), il comune in accordo con la dirigenza scolastica ha deciso di ampliare gli spazi didattici così che si potesse garantire il giusto distanziamento tra gli studenti.
Alcune “classi pollaio” vennero sventate per crearne di più grandi: meno aule ma più spaziose. Venendo a mancare gli spazi si è posta, quindi, la necessità di ridistribuire la popolazione studentesca. È così che sei classi della “Levi” vennero dislocate negli spazi della struttura dei Giuseppini del Murialdo a poche centinaia di metri dall’Istituto. Una soluzione che è stata resa possibile grazie ad un contratto di affitto stretto tra il Comune di Co-Ro e, appunto, la parrocchia di San Giuseppe (il contratto scade il prossimo 30 giugno). Un’idea formidabile, insomma, che ha permesso, almeno per quei pochi giorni di scuola in presenza che i ragazzi hanno svolto negli ultimi due anni, di avere spazi immensi in cui andare a scuola.
Ora però, al termine della pandemia si pone un problema, non di poco conto: «Dove finiranno i nostri figli?» - si chiedono i genitori. Atteso che il contratto d’affitto per reperire nuove aule, a breve, potrebbe non avere più alcun conforto normativo («potrebbe addirittura determinarsi un danno erariale per l’Ente» sostiene qualche genitore), dove saranno dislocati gli alunni della Levi? A sentire le famiglie, mancherebbero all’appello all’incirca 7 classi, che in questo momento non hanno spazio, per riportare la situazione ai livelli pre-covid.
A questo punto sul piatto potrebbero esserci sostanzialmente due soluzioni: il ripristino della struttura allo stato quo ante, oppure “l’invasione di campo”. La “Levi”, infatti, condivide il grande immobile che sorge all’angolo tra via nazionale e viale Luca De Rosis con la media “Roncalli”, terzo istituto comprensivo. Ma saranno disposti a cedere i loro spazi alla scuola “rivale” di sempre? Questa è una scelta che sostanzialmente spetterà al comune e all’Amministrazione comunale. Ma dovranno adottarla subito se non si vorrà arrivare all’apertura del nuovo anno scolastico con un nuovo problema insormontabile e che potrebbe creare non pochi problemi alle attività didattiche. Noi ve lo abbiamo solo ricordato.