12 ore fa:Domani torna a riunirsi il Consiglio comunale di Corigliano-Rossano
20 ore fa:Castrovillari e Napoli unite nel nome di D10S
16 ore fa:Villapiana si prepara a festeggiare San Francesco di Paola con i Matia Bazar
14 ore fa:Nella Sibaritide-Pollino il paradosso di progetti faraonici che non generano sviluppo
18 ore fa:Con i soldi del PNRR in Calabria si possono ammodernare anche i frantoi
12 ore fa:Mobilità sostenibile, da domani a Castrovillari cambia tutto
22 ore fa:Un monolite per il Poeta della Fede: nuova collocazione per la statua di Don Giulio Varibobba
22 ore fa:Rissa ai Fuochi di San Marco, un giovane finisce in ospedale
21 ore fa:Crosia non perde la memoria di Raffaella De Luca: la sua vita un esempio di amore e servizio
15 ore fa:"Casa Mastrota" porta i sapori di Civita su FoodNetwork: Un viaggio tra cucina e tradizione

Caratteristica e rara: è l’oliva bianca di Calabria con la quale si produce un olio chiarissimo

1 minuti di lettura

CALABRIA - Tanto caratteristica quanto rara: è l'oliva bianca, un'antica varietà presente nel territorio calabrese e quasi del tutto scomparsa. Essa si differenzia per il colore che si scosta dal comune verde o nero tipico delle olive, e, proprio per questo, le viene associato il nome Leucolea, che significa appunto bianca oliva, per la caratteristica delle sue drupe che restano di colore bianco anche quando raggiungono la piena maturazione.

Da tali olive si ottiene un olio chiarissimo, che in passato era chiamato "olio del Krisma", utilizzato per ungere i designati alle alte cariche imperiali bizantine, nelle cerimonie per l'incoronazione degli imperatori, e soprattutto come olio sacro nelle funzioni religiose quali: battesimo, cresima, unzione dei malati, ordinazione dei sacerdoti e vescovi.

Questo, inoltre, veniva utilizzato per alimentare le lampade nei luoghi sacri perché bruciando produce poco fumo. Per tale ragione i monaci avevano in affido la cura di questo raro frutto, che trattavano con grande spiritualità.

La presenza della Leucolea, infatti, è stata riscontrata proprio nelle vicinanze di poderi che appartenevano un tempo a monasteri basiliani, diffusi in modo particolare in Calabria tra il settimo e il decimo secolo d. C e tuttora è amata ed apprezzata dai produttori calabresi, come il Consorzio Olio di Calabria Igp che ha a cuore la tutela dell'oro verde della regione.

I monaci basiliani, infatti, possono essere considerati i principali precursori della cultura e della sacralità dell'ulivo in Calabria, diventando uno dei principali simboli della tradizione del mediterraneo.

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia