Paradosso e stupore: è arrivata la tassa sul biliardino
Il gioco principe delle vacanza viene equiparato a video poker e slot, nonostante non preveda vincite in danaro. Stessa sorte toccherà al gioco delle freccette e forse, ai dondoli per bambini

CORIGLIANO-ROSSANO – Sembra uno scherzo, ma non lo è, i biliardini, classici giochi di intrattenimento soprattutto nei lidi balneari, sono tassati, perché equiparati a giochi quali le slot machine e il video poker.
Un ennesimo colpo ai gestori balneari che da un momento all’altro si vedono sottoposti a rischio multa, fino a 4 mila euro, per aver messo a disposizione dei clienti, un gioco che non prevede nessuna vincita in denaro.
Il caso nasce dalle norme dell’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli, entrate in vigore fra maggio e giugno, che prevede la regolamentazione di giochi, nell’ambito degli esercizi pubblici, tra quelli che prevedono una vittoria in moneta rispetto agli altri. Il distinguo però, supera la realtà, facendo rientrare nei giochi a vincita denaro, anche gli storici biliardini (anche a gettoni), che come sappiamo, sono solo un modo per trascorrere il tempo divertendosi, così come lo sono il flipper, il ping-pong, le freccette e forse, anche i dondoli per bambini.
Per evitare la multa gli esercenti devono munirsi, secondo il decreto del 2012, di un nullaosta specifico e avere un’apposita certificazione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli oppure, come hanno fatto i balneari pisani, levare i giochi. Già i controlli sono scattati, di pari passo con le denunce delle associazioni di categoria, l’imposta da pagare infatti, è pari all’8% dell’imponibile medio forfettario oltre al limite Iva.
Un caso che lascia perplessi, al punto che alcuni parlamentari hanno disposto un’interrogazione in aula, ritenendo che la norma sia difficile da interpretare e applicare.