Tonnellate di monnezza a fuoco: a Co-Ro è sempre più emergenza
Da oltre 15, ormai, il “rito” della crisi dei rifiuti si conferma perpetuo. Non si riescono a trovare soluzioni idonee. Intanto la spazzatura in grandi quantità prende fuoco e la differenziata quasi non esiste più
CORIGLIANO-ROSSANO – Sono trascorsi più di quindici anni da quando sulle colonne della stampa (allora cartacea) iniziavamo a raccontare della spaventosa emergenza rifiuti che si registrava sulle strade e negli angoli delle vie della nostra città. Cumuli e cumuli di monnezza, puzza e degrado, percolato lungo le vie e quelle esalazioni gassose che prendevano fuoco nel mezzo del centro abitato.
Pensavamo e speravamo che si potesse trattare di un periodo, di un momento buio della politica di gestione della spazzatura che al tempo si accingeva a fare il “grande salto” dalla raccolta del talquale alla differenziata.
Nessuno di noi poteva mai immaginare che a distanza di 3 lustri, o forse più, saremmo stati ancora qui a raccontare le stesse immagini. Non è cambiato nulla. Purtroppo. E anche le tante e decine di promesse, gli impegni, le proteste e le sommosse popolari hanno fatto il solletico al sistema rifiuti calabresi. Ancora oggi la narrazione è uguale al 2006: rifiuti non raccolti per strada, cassonetti incendiati e la continua invocazione (imprecazione) degli amministratori locali nei confronti della Regione affinché risolva finalmente il problema.
Ancora stanotte negli scali di Corigliano e Rossano cumuli di spazzatura sono andati alle fiamme, nonostante la pioggia che è caduta nelle ultime ore. Altri incendi sono pronti a divampare se quelle tonnellate di monnezza puzzolente non verranno tolti al più presto dalle strade.
Meraviglia una cosa: oggi come ieri, a distanza di 15 anni, non si è riusciti a trovare una soluzione a questo problema che è una palla al piede (almeno a parole) di tutti i governi regionali e delle amministrazioni locali. Il settore è commissariato da decenni, eppure, oltre a imporre improbabili balzelli agli enti locali poco virtuosi che fanno poca differenziata e a creare entità parallele per la gestione dei rifiuti (vedi gli Ato) non è stato affrontato il nocciolo della questione. Un tempo si diceva mancassero le discariche per abbancare i rifiuti. Oggi si dice che mancano i siti di stoccaggio. Ma la sostanza è la stessa. Anche perché è una vergogna infinita continuare a parlare ancora di discariche quando nel resto d’Europa esistono altre e più efficienti soluzioni.
Non lo dice nessuno (per vergogna) ma in realtà quello che si vuole oggi per togliere dall’imbarazzo i sindaci e la politica dall’essere ogni giorno tartassati dal (giusto) lamento dei cittadini, che pur pagando fior di quattrini per la tassa rifiuti si trovano con la spazzatura per strada, sono nuove discariche. Ma può essere sempre questa la soluzione? Assolutamente no se poi, come successo nel corso di questi anni, l’oppio delle discariche assopisce ancora di più quelle che sono le vere e definitive soluzioni.
Abbiamo visto come è andata a finire con le discariche di Cassano e San Giovanni in Fiore e ancora prima con quella di Bucita e di Spezzano della Sila: dovevano essere solo transitorie e invece sono state le madri di altre discariche. Proprio perché soluzioni efficaci nessuno ne ha volute trovare. Ora serve coraggio, servono soluzioni e, perché no, anche sacrifici.