Spoke Co-Ro: in arrivo un “carico” di infermieri… intanto al Pronto soccorso dilaga il Covid
Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza anticipa le prossime mosse: 6 infermieri pediatrici, 10 operatori socio-sanitari e scorrimento graduatorie per altrettanti infermieri. Per i medici, invece, si cerca di tamponare l’emergenza
CORIGLIANO-ROSSANO – Lo spoke di Corigliano-Rossano sta attraversando un periodo di “transumanza” verso tempo migliori. I servizi continuano ad essere erogati nonostante l’emergenza Covid e con il personale si fa quello che si può. Certo, finché si dovrà continuare a riempire due bacinelle (il “Giannettasio” e il “Compagna”) con la stessa acqua (il personale) sarà dura, durissima avere un ospedale che possa essere pienamente efficiente.
Nel frattempo si fa quel che si può. In queste ore, ad esempio, l’organico del pronto soccorso del “Giannettasio” è costretto a turni forzati anche di 18 ore, senza riposo, perché un medico e tre infermieri hanno contratto il Covid e sono costretti allo stop forzato. Ricambi, ovviamente, non ce ne sono e tutto il peso del lavoro ricade sugli effettivi.
Meglio non se la passano gli altri reparti come la Rianimazione. In un ospedale dove (finalmente) sono ripartite le sale operatorie per gli interventi ordinari e dove ancora insiste un Reparto Covid, lavorano soltanto 6 anestesisti/rianimatori, continuamente sotto stress, dilaniati da un’organizzazione in continuo affanno. Stamattina, ad esempio, è bastato che uno dei medici rianimatori venisse assegnato per un trasferimento di un malato presso il presidio di Cariati, per far saltare tutto il calendario delle sale operatorie.
Questa è la storia senza filtri dei due ospedali della Sibaritide che, purtroppo, quando era il tempo di arruolare nuovo personale, durante la prima, vera ondata Covid (a ottobre/novembre 2020) ha pensato più alla forma e meno alla sostanza.
Ma rimuginare sul passato è pratica inutile. Bisogna affrontare il presente ed il prossimo futuro. E pare che qualcosa timidamente si muova. Almeno stando alle parole del direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Luigi Muraca, che ha illustrato il “piano d’azione” che il commissario La Regina intende attivare sullo spoke di Corigliano-Rossano.
Una novità sussurrata: il pronto soccorso pediatrico
Sicuramente ci sono buone notizie per il punto nascita della Sibaritide che – per come ci conferma Muraca - si rinforzerà di sei nuovi infermieri: 3 per l’area ginecologica e 3 per quella pediatrica. E questa potrebbe essere la prima mossa per attuare il piano, finora taciuto dall’azienda sanitaria, per l’attivazione di un pronto soccorso pediatrico all’interno dello spoke (probabilmente al “Compagna” di Corigliano) così da poter trasferire tutto il blocco dell’emergenza in un unico presidio.
A proposito dell’area critica del Pronto soccorso dove si registra un deficit profondo di personale infermieristico, nei prossimi giorni dovrebbero essere finalmente sbloccate le graduatorie degli infermieri per procedere a nuove assunzioni (forse una decina) da poter impiegare nelle aree più critiche dello spoke. Vedremo.
Sicuramente ci sarà una nuova infornata di operatori socio-sanitari. Si attende – precisa ancora il diesse dell’Asp di Cosenza - l’assunzione di 10 nuove figure, sempre da destinare a Corigliano-Rossano. E i medici? «Per quelli bisognerà aspettare, perché le procedure concorsuali non sono semplici e perché le figure mediche al momento scarseggiano». C’è però l’intenzione di avviare delle convenzioni con cooperative di professionisti, in questo caso della regione Lazio, pronte a dare supporto all’Asp di Cosenza per coprire quantomeno i turni di emergenza. È il caso, come dicevamo, del Reparto di Anestesia e Rianimazione del presidio di Rossano.
In tutto questo, però, rimane un problema non di poco conto: molti medici rifiutano di venire a lavorare a Corigliano-Rossano. E il motivo va ricercato nella ormai proverbiale (dis)organizzazione babelica in cui è costretto lo spoke della Sibaritide le cui “gesta” evidentemente hanno travalicato i confini non solo territoriali ma anche regionali. E finché questa (dis)organizzazione non verrà dipanata la funzionalità di questo ospedale sarà sempre compromessa. E la "transumanza" verso tempi migliori sarà difficile... anzi, impossibile