Quella Calabria solidale che ho trovato in prima linea sul fronte della guerra
Ci sono volti di dolore e di speranza a Cracovia, diventata un vero e proprio hub di solidarietà. E guidare questo hub ci sono i meridionali italiani, c'è tantissima Calabria e ci sono anche i volontari di Corigliano-Rossano
Sono a Cracovia, in quella stazione dei treni dove ogni giorno arrivano decina di migliaia di profughi ucraini. Un’atmosfera quasi surreale quella che si respira a Cracovia. Se da un lato notiamo gli abitanti del posto avere un’espressione tranquilla, per niente preoccupata dalla guerra al confine, quando andiamo negli hub di smistamento aiuti per le popolazioni sotto bombardamento, scopriamo un altro mondo.
Una marea di volontari, i più giovani, adolescenti tutti polacchi, scorgiamo l’affanno di fare in tempo tutto.
In questo scenario scopriamo anche quanto lavoro stanno facendo gli italiani, calabresi in primis. Troviamo al centro di smistamento anche un carico proveniente da Corigliano-Rossano, composto da tutti gli aiuti raccolti in questi giorni da Caritas, Protezione civile, Forum terzo settore.
Riconosciamo il logo sull’autobus che ha portato sin qui gli aiuti, quello di Andirivieni Travel proprio di Rossano. Un lavoro frenetico di consegna aiuti e di carico dei profughi diretti in Italia.
In questo via vai di persone e beni di prima necessità, intercettiamo colui che fa da ponte tra le nostre associazioni e la Polonia, Giovanni Liace. Cerchiamo di parlare con lui e in un modo molto diretto ci dice che se vogliamo, possiamo seguirlo. Dove non lo dice subito, ma si legge chiaramente l’emergenza sul suo volto.
La destinazione è verso un gruppo di rifugiati in partenza verso l’Italia, bambini soprattutto, accompagnati, ma alcuni, non dai genitori, bensì da zii o cugini. Così dichiarano queste persone, arrivate questa notte da Leopoli, città a 20 km dal confine polacco.
Ci spiega Gianni che da ieri notte la stazione ferroviaria di Cracovia scoppia di profughi ucraini, in arrivo dalle 23 fino al mattino, più di centomila fuggiaschi occupano la stazione dei treni. Un’emergenza passata sotto-traccia ma che ci spinge a salire sul bus, che porterà questi bambini in Italia per capire qualcosa di più.
Troviamo più di cinquanta persone, soprattutto donne e bambini, con piccoli bagagli che si aggingono a salire su quel pullman che li porterà ancora più lontano dal loro paese d’origine. Tra questi notiamo la piccola Lena che ci sorride, è felice di lasciare il posto che ha visto bruciare dalle bombe.
Non riesce a parlare, ancora sotto shock, ma quando chiediamo alla zia che l’accompagna di farle almeno una foto, la piccola dalle trecce bionde quasi si nasconde perchè si emoziona, proprio come ci succede a noi quando ci sorride, con gli occhioni pieni di speranza.