Appartamenti privati forniti gratuitamente a chi fugge dalla guerra. Così Castrovillari accoglie i profughi ucraini
Il sindaco ha coinvolto tutti i cittadini che vogliano mettere a disposizione appartamenti già ammobiliati per accogliere i profughi. E attacca i CAS: «come abbiamo già visto sono solo guadagno per qualcuno»
CASTROVILLARI - Appartamenti messi a disposizione per chi fugge dell'orrore della guerra in Ucraina. La solidarietà non conosce confini in questi giorni per tutte quelle persone che hanno trovato il modo di scappare dalla propria terra, distrutta dal conflitto con la Russia. È per questo che la città del Pollino, come annuncia il suo stesso sindaco, chiama a raccolta tutti i cittadini che vogliano mettere a disposizione eventuali appartamenti già ammobiliati, per evitare che i profughi siano indirizzati nei CAS, strutture presso cui il governo pare stia attivando il sistema di protezione internazionale.
«Non conosco i tempi dell’attivazione di questo sistema di protezione - scrive Lo Polito in un lungo post su Facebook - ma pensando a quelli che abbiamo visto nel passato, almeno dalle nostre parti, credo sia solo guadagno per qualcuno. Al netto delle mie considerazioni personali è necessario, però, che oltre alla raccolta di alimenti e medicinali che associazioni e privati hanno iniziato ci organizziamo anche per l’accoglienza».
Gli appartamenti, che chi ha e potrà mettere a disposizione, dovranno essere con corresponsione di regolare canone di locazione, da destinare temporaneamente ai profughi ucraini. Si potrà prendere contatto con il COC comunale, con accesso da via Enrico Turco presso il palazzo di città, oppure chiamando il numero 0981/25268.
Si potrà dare disponibilità anche per l’accoglienza in famiglie. Nel contempo, grazie alla collaborazione con la Caritas diocesana è stata avviata una raccolta fondi. Il sindaco ha poi fornito gli estremi per chi voglia collaborare al supporto del lavoro della Caritas con la causale relativa proprio all'accoglienza dei profughi ucraini a Castrovillari.
Nel frattempo, in città sono tante le piccole realtà che hanno raccolto farmaci e beni di prima necessità da destinare proprio ai cittadini ucraini. Perché un gesto di pace fa più rumore del suono delle bombe.