Quel pugno in un occhio all'ingresso di Rossano: s'invoca un intervento risolutivo dell'Amministrazione comunale
Ad incalzare l'esecutivo civico è la consigliera comunale e provinciale dell'UDC, Adele Olivo: «Bisogna procedere con la rimozione delle impalcature che deturpano e creano problemi alla sicurezza del quartiere»
CORIGLIANO-ROSSANO – E quel pugno nell'occhio all'ingresso di Rossano? Quello scheletrato edilizio di due palazzine a 5 piani mai completato continua a rimanere una vergogna pubblica attorno alla quale, però, le amministrazioni comunali rimangono a debita distanza. Oggi è la consigliera comunale e provinciale dell'Udc, Adele Olivo a chiedere al Comune di far pressione sulla ditta titolare dell'immobile un’accelerazione rispetto ai lavori di completamento dei palazzi che si affacciano su viale della Repubblica e su via Conca d’Oro. «Sono passate già due Primavere - dice la Olivo - e quegli imponenti scheletri sono ancora lì all’ingresso dell’area urbana di Rossano a dare un’immagine indecorosa della Città».
Nel gennaio 2020 l’Amministrazione Comunale aveva preso un accordo l'impresa affinché si procedesse alla riqualificazione dell'area. Ad onor di cronaca c'è da dire che furono realizzate parzialmente le opere di urbanizzazione lato ex statale 106. Quantomeno per dare un po' di decoro a tutto quel degrado. Ma non basta
«Bisogna procedere con la rimozione di quelle impalcature - sottolinea la Olivo - che non solo deturpano l’immagine, rappresentando un pugno nell’occhio per il visitatore che accede all’area urbana da quell’ingresso, ma garantire allo stesso tempo la sicurezza ed evitare disagi ai cittadini che risiedono negli immobili circostanti».
«Comprendiamo che la pandemia – aggiunge la Olivo – che ha immobilizzato e messo in crisi un po’ tutti i settori, abbia potuto frenare anche quello dell’edilizia. È necessario però dare risposte ai cittadini che da ormai troppo tempo hanno sotto i propri occhi la visione di questi palazzi non finiti. Non si può più fare finta di nulla e continuare ad aspettare senza che vengano presi provvedimenti».