Niente etichetta nera per i vini europei mentre la Calabria registra un aumento costante della produzione del nettare degli Dei
Ottimi numeri anche per l'area vitivinicola del cosentino che recupera territorio e si distingue per qualità
STRASBURGO – Il vino italiano è salvo! A Strasburgo i parlamentari italiani hanno difeso il vino dalla temuta etichetta nera con cui sarebbe stato bollato. Il danno sarebbe stato ingente per l’economia italiana in quanto il nostro Paese ne è il primo produttore ed esportatore mondiale con dati molto importanti che ci fornisce Coldiretti: il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all'anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende.
In ossequio al nome Enotria, “Terra del vino”, così la Calabria veniva chiamata dagli antichi greci, la nostra regione mantiene il passo con il resto del Paese, infatti dai dati Istat, si registra un aumento della produzione vitivinicola che aumenta dal 2018 fino ad oggi, di almeno il 20%.
Conosciamo benissimo i vini di Cirò e quelli del centro-sud calabrese, ma restiamo sorpresi dai dati registrati nell’area del Cosentino, tra le maggiori della regione, posizionata a nord a confine con la Basilicata, che risulta essere la zona di produzione più estesa, dove la viticoltura ha recuperato le colline nelle alture tra 500/700 metri. Divisa in sette Sottozone, l’area in questione, denominata Terre di Cosenza Doc, ha dato un nuovo impulso e riconfigurato nel 2011 la viticoltura di tutta la Calabria settentrionale, unendo le storiche DOC e IGT della provincia e mettendo ordine in una miriade di vitigni e antiche zone.
Grazie a questa evoluzione della mappa delle zone vitivinicole calabresi, il vitigno più diffuso risulta essere il Magliocco Canino, che si esprime in un vino ricco di colore, con struttura potente e profumi incisivi di mora e spezie nelle Colline del Crati (Terre di Cosenza – Sottozona Colline del Crati Doc), minori concentrazioni cromatiche e ottimo equilibrio nella Valle dell'Esaro (Terre di Cosenza – Sottozona Esaro Doc).
Da ricordare anche il Moscato di Saracena, vino dolce con sentori tostati, prodotto tradizionalmente da Moscatello appassito e mosto ridotto per concentrazione di Guarnaccia e Malvasia.