Oggi è la Giornata contro il bullismo: come e quanto il fenomeno colpisce il nostro territorio
Meno casi rispetto al Nord, ma più difficoltà a risolverli. La prevenzione rimane l'arma più affidabile per combattere un fenomeno che da sempre esiste in ambito scolastico e non solo
CORIGLIANO ROSSANO - Dal bullismo, passando per il cyberbullismo, fino ad arrivare al body shaming, new entry che va ad ampliare questo fenomeno sociale, già molto diffuso nei luoghi di aggregazione, non solo adolescenziali.
Ancor prima di snocciolare numeri, diamo la definizione del fenomeno e delle sue sfumature e per questo, ci affidiamo alla nostra beneamata Treccani: “Comportamento da bullo; spavalderia arrogante e sfrontata. In partic., atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate spec. in ambienti scolastici o giovanili”. Chiaro che il cyberbullismo è la manifestazione del fenomeno attraverso i canali digitali e social, mentre il body shaming, consiste nel deridere, fisicamente e/o via web la vittima su quella che potrebbe essere una qualsiasi imperfezione fisica, dai chili in più, all’acne.
In concomitanza con la giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, che si terrà il 7 febbraio, vogliamo approfondire l’argomento e capire quanto e come sia presente nel nostro territorio. Per farlo chiediamo una mano all’avvocato Patrizia Straface, in qualità di presidente dell’associazione “Mani in alto”, che dal 2018 si occupa del fenomeno insieme ad altre figure professionali tra cui: medici, psicologi, insegnanti.
Dalla nostra chiacchierata, emerge che nelle scuole del nostro territorio, si registrano molti più episodi di bullismo che di cyberbullismo, quindi l’aggressività nei confronti della vittima si manifesta principalmente fisicamente. Il bullismo via web è più ridimensionato grazie ad una costante attività di prevenzione che l’associazione promuove nelle scuole, ove i dirigenti sono sempre disponibili, insieme agli esperti di Polizia di Stato e Postale. Una rete che negli anni ha funzionato e che ha dato vita ad uno sportello gestito dagli stessi ragazzi in cui le vittime possono denunciare i soprusi subiti. Scelta mirata sugli interlocutori, perché come afferma la presidente Straface, tra ragazzi è più facile confidarsi, purchè ci siano sempre adulti professionisti alle spalle, per valutare al meglio le situazioni denunciate.
La prevenzione è l’unica vera arma che possa arginare il fenomeno, che secondo i dati di “Mani in alto”, colpisce all’incirca il 40% degli studenti nell’area di Corigliano-Rossano, soprattutto di scuole medie e superiori. Rispetto al nord Italia, la situazione al sud, e nello specifico nel nostro territorio, è meno diffusa, «Ma qui abbiamo pochi mezzi per combattere il fenomeno, ciò che manca – secondo la Straface – è una collaborazione più stretta tra le varie associazioni come la nostra, che è sempre affiancata dalla Polizia di Stato, ed i servizi sociali».
In merito alle scuole primarie invece, i dati sono scarsi perché, secondo Patrizia Straface, i bambini sono molto restii a parlare di bullismo. In effetti, dalle ricerche fatte in redazione, scopriamo che non sono poche le famiglie colpite da questo fenomeno. Con la promessa di mantenere l’anonimato, riusciamo a raccogliere qualche testimonianza. In effetti, ci rendiamo conto che anche nella scuola primaria il fenomeno esiste, non esce fuori del tutto perché i bambini non hanno gli strumenti cognitivi per associare un gesto aggressivo subito dai compagni di classe, ad un atto di bullismo, vista la giovane età, inoltre è difficile discernere un atto di bullismo tra infanti, da una piccola scaramuccia tra bambini. L’elemento che però ci coglie di sorpresa è quello che la paura delle piccole vittime, si protrae finanche nelle scuole secondarie. Sicuramente il “sistema prevenzione dal bullismo”, ci sembra per ora, l’arma più efficace per combattere un atteggiamento che da sempre esiste in ambito scolastico e non solo. Se le vittime hanno sicuramente bisogno di un sostegno, emerge anche un disagio molto forte da parte di chi “bullo” lo è. In questa giornata così significativa, ci auguriamo che tutte le iniziative messe in atto a sensibilizzare la comunità siano ancora più efficaci ed incisive, né va del futuro dei nostri ragazzi.