La protesta silenziosa (e rassegnata) degli studenti contro chi gli ha tolto la certezza del futuro
Gli studenti di Corigliano-Rossano stamani hanno manifestato il loro dissenso contro la decisione delle Istituzioni di riaprire le scuole mentre il contagio galoppa. La loro è stata una pretesta passiva, senza rumore

CORIGLIANO-ROSSANO - Sembrano lontani, lontanissimi gli anni delle manifestazioni studentesche degli anni '90, quando i ragazzi scendevano per le strade e per mattinate intere occupavano piazze e vialI per far sentire la loro voce in un contesto politico e sociale che - allora - metteva ancora molto ai margini il giovane popolo della scuola.
Oggi non ci sono più le piazze per dimostrare il dissenso verso le scelte dei "grandi". E questo non perché i giovani siano entrati in un tunnel di apatia. Bensì, sono le dinamiche del mondo, i risvolti sanitari di questa dannata pandemia, che ha davvero stravolto tutti gli usi e i costumi, a tenere distanti i giovani dall'agorà. Oggi la comunità di piazza diventa, quando va bene, virtuale, e nel caso specifico di stamattina, silente, solitaria e passiva.
Proprio così, stamani i ragazzi delle scuole superiori di Corigliano-Rossano, una popolazione studentesca di quasi 10mila persone, ha deciso di fermare tutto per manifestare contro la didattica in presenza. I giovani hanno paura di stare in classe e di essere contagiati. E in questo loro sciopero passivo rivolgono un invito alle istituzioni a serrare le scuole, quantomeno fino al passaggio della "piena" Covid, e di disporre la pratica della Didattica a distanza.
Sinceramente non sappiamo quanto ci sia di scientifico in questa richiesta. Una cosa è certa: la confusione generale, che stanno generando l'infodemia e una caterva di prescrizioni normative l'una più contraddittoria dell'altra, associata alle informazioni della scienza che ha aperto un fronte molto diviso e paradossale sugli effetti del Covid, ha creato e sta creando solo paura e nessuna certezza sul futuro.
I ragazzi, dacché negli anni scorsi erano spinti da tutti i buoni propositi per ritornare in aula, oggi hanno il timore che i muri delle aule possano trasformarsi in una gabbia nella quale contrarre il virus. Nessuno li ha tranquillizzati sul contrario. Perché nessuno di chi doveva e poteva, negli ultimi due anni, ha fatto qualcosa di utile per mettere in sicurezza il mondo della Scuola.
Oggi, quei banchi vuoti sono una sconfitta del sistema, che - ancora una volta - ha perso l'occasione di dare un segnale di speranza per il futuro.