Da 5 giorni abbandonati in corsia: la disavventura dei pazienti del “Giannettasio”
Quattro pazienti destinati all’area medica rimangono “in osservazione” dallo scorso 4 dicembre mentre nel presidio continuano ad arrivare casi Covid-19 in area mista. Intanto il pronto soccorso del "Compagna" rimane sottodimensionato

CORIGLIANO-ROSSANO – Parcheggiati in Pronto soccorso da 5 giorni, in “osservazione”, in attesa di un ricovero. Sono lì dal 4 dicembre. È la disavventura – l’ennesima – che stanno vivendo quattro pazienti all’interno del presidio “Giannettasio” dell’ospedale spoke di Corigliano-Rossano.
Non avrebbero patologie d’urgenza ma non per questo significa che abbiano il “dovere” di rimanere relegati in un angolo del reparto di primo intervento per ricevere le cure opportune.
Tra l’altro, pare siano tutti pazienti destinati in area medica e quindi nel presidio “Compagna” di Corigliano. Insomma, una trafila drammatica per quattro sventurati utenti della nostra sanità che, nella situazione attuale in cui versa il grande nosocomio ionico, rimanendo lì potrebbero essere soggetti anche a contrarre altre patologie.
Non è un mistero, infatti, che nel Pronto soccorso di Rossano, l’unico effettivamente d’emergenza che opera da Trebisacce a Cariati, arrivino decine di pazienti con sintomi da Covid-19 e molto spesso con un tampone positivo. E non ci sono percorsi differenziati per loro. Tutti rimangono chiusi in un reparto misto (con la stessa circolazione d’aria) e la possibilità d’infezione ovviamente aumenta mettendo a rischio degenti e personale sanitario.
Ribadiamo, è il momento del coraggio. È il momento di attuare delle scelte – anche impopolari se necessario – per rimediare a questa situazione. Negli ospedali spoke di Corigliano-Rossano ci sono due strutture di Pronto soccorso con un unico primariato: uno, Corigliano, è sottodimensionato (non si è capito ancora se per scelta o necessità) l’altro, Rossano, è messo costantemente sotto pressione. Perché non riequilibrare dignitosamente questa situazione? Perché non attuare quel piano di riorganizzazione di cui si parla da decenni ma che resta solo su carta?