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Covid Hospital, l’ospedale di Cariati è subito pronto per l’emergenza

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CARIATI – L’ospedale “Cosentino” è pronto per far fronte all’emergenza sanitaria calabrese da Sars-Cov-2. La quarta ondata sta imperversando con forza nella nostra regione: servono strutture, personale e posti letto per scongiurare nuove chiusure ma soprattutto per garantire tutte le cure ai malati. Occhiuto pensa a ripristinare gli ospedali dismessi e tra questi, in Provincia di Cosenza, c’è proprio quello di Cariati. Che oggi avrebbe tutte le caratteristiche idonee per ospitare un vero e proprio polo Covid all’interno del complesso ospedaliero.

A rilanciare le ottime caratteristiche del nosocomio nell’ottica di una futura e definitiva riapertura dell’ospedale ionico sono i comitati civici Uniti per il “Vittorio Cosentino”.

Perché sarebbe auspicabile l'utilizzo della struttura di Cariati per rispondere alla cosiddetta "Quarta Ondata”? Le posizioni del comitato sono chiarissime. «Nell'ottica dell'inserimento dell’ospedale di Cariati nella rete ospedaliera per acuti – si legge in una nota dei cittadini - il reparto Covid prevedrebbe il potenziamento del reparto di radiologia e del laboratorio analisi, oltre a un’adeguata dotazione di strumenti e personale. Avrebbe, inoltre, un reparto interamente Covid che, un domani, potrebbe essere convertito in reparto di Medicina Generale dell'ospedale di zona disagiata, con il personale e le attrezzature sanitarie già presenti».

Inoltre, il Punto di primo intervento «per il quale, con il Piano Operativo, sarebbe prevista la conversione in Pronto Soccorso», continuerebbe nel frattempo a fare il suo lavoro al di là della presenza dei pazienti Covid (che avrebbero comunque un accesso dedicato). È questa, infatti, la vera forza dell’ospedale di Cariati, differente da tutte le altre strutture ospedaliere della Zona. Il “Giannettasio” di Rossano, infatti, pur ospitando un Polo Covid opera in una struttura promiscua e non sono rari i casi in cui il focolaio del contagio si sviluppi proprio all’interno della struttura ospedaliera dove, di fatto, manca una distinzione netta tra le cosiddette “aree pulite” e “aree sporche”.  

«Questa possibilità, indicata nelle ultime ore in relazione all’andamento pandemico e dallo stesso Presidente – dicono ancora dal Comitato - è da cogliere in modo molto positivo, e da considerare strettamente propedeutica alla prossima riconversione del Vittorio Cosentino in ospedale di zona disagiata, nell’ambito più generale della riorganizzazione della rete ospedaliera».

«Cariati e il territorio vivono un'emergenza sanitaria che dura da undici anni, cui si è aggiunta l’emergenza Covid, con la sua quarta ondata.  Ora tutto questo si può fronteggiare nel nostro territorio, perché esiste un bene pubblico, ovvero una struttura ospedaliera di circa 13 mila metri quadrati, pronta per elargire sanità: il Vittorio Cosentino di Cariati!»

«Restiamo in vigile attesa di sviluppi; dopo undici anni di delusioni aspettiamo i fatti, in questo territorio abbandonato da troppo tempo, nella speranza che venga finalmente considerato nei bisogni dei suoi abitanti».

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.