Caso mensa scolastica a Co-Ro, la difesa di Siarc: «Stiamo rispettando capitolato d’appalto»
La posizione di Simona Albano (Ad della società di ristorazione): «Delle due una, o il cibo servito non è di qualità oppure è troppo poco». Ecco chiariti i punti critici della refezione scolastica sulla quale «gravano anche le norme anti-covid»
![Caso mensa scolastica a Co-Ro, la difesa di Siarc: «Stiamo rispettando capitolato d’appalto»](https://ecodellojonio.b-cdn.net/media/posts/21/11/1637413484.jpg?aspect_ratio=16:9&width=785)
CORIGLIANO-ROSSANO - «Sinceramente trovo curiose le posizioni dei genitori che si lamentano del servizio mensa. Perché da un lato dicono che il cibo non è di qualità per poi affermare, dall’altro, che le razioni sono troppo poche. Delle due una: o il mangiare non è buono, e quindi lo lasci nel piatto; oppure lo finisci e quindi non può non essere buono». Sono le parole di Simona Albano, amministratore delegato della Siarc, la grande società di servizi ristorativi calabrese che gestisce anche la refezione scolastica in tutte le scuole della grande città di Corigliano-Rossano.
Non l’ha presa bene la protesta dei genitori che in questi giorni hanno avviato una vera e propria azione di boicottaggio nei confronti della mensa scolastica adducendo una serie di motivazioni che – a loro dire – legittimerebbero una presa di posizione dura e irreversibile (leggi qui la notizia). «Non ci sto – dice la Albano – soprattutto perché queste accuse mortificano il buon lavoro che stiamo facendo nelle scuole di Corigliano-Rossano insieme al personale della nostra società che davvero è impegnato con grande perizia e volontà nonostante un periodo critico, imperversato dalla pandemia, come quello che stiamo vivendo».
E ci sarebbero proprio le stringenti norme anti covid alla base di alcune questioni «che le famiglie leggono in chiave di una – seppur discutibile – bassa qualità del servizio ma che per noi, invece, sono regole imprescindibili da cui non possiamo esimerci».
Per la Albano il punto critico starebbe «nella fase dello sporzionamento». E poi spiega meglio: «Prima del Covid avevamo la possibilità di sporzionare il cibo in modo quasi diretto, senza imballarlo per intenderci, e di proporlo sui tavoli della mensa con una fragranza differente e con una cottura ideale». Le norme anti covid, invece, hanno sovvertito questo protocollo. «Oggi – spiega l’ad di Siarc – siamo obbligati a preparare il cibo, a sporzionarlo in cucina e, quindi, a sigillarlo singolarmente. È chiaro che questo processo non solo allunga e rallenta la fase di servizio, quanto compromette il sapore delle derrate, ovviamente senza inficiarne la qualità».
Il massimo rappresentante della Siarc porta l’esempio della preparazione della pasta che se sigillata in ogni singolo piatto rischia inevitabilmente di scuocersi e arrivare al palato dei bambini con un sapore poco gradevole. «Ma queste – ribadisce, scandisce e sottolinea più volte Simona Albano – sono le regole sanitarie e non possiamo minimamente sovvertirle». E poi aggiunge: «Sono consapevole degli altissimi standard di qualità della nostra azienda e siamo tranquilli sul fatto che meglio di come oggi si sta svolgendo il servizio non si possa fare, grazie all’impiego di tecnologie di ultima generazione e di un capitale umano altamente professionalizzato».
«Ovviamente rimango male – precisa ancora – quando si tenta di screditare un’azienda storica e dall’affidabilità elevatissima. Durante la prossima riunione con l’Amministrazione comunale ed il Comitato Mensa Scolastico faremo il punto della situazione e se ci saranno da apportare dei correttivi lo faremo. Una cosa è certa – aggiunge Simona Albano – la nostra società sta rispettando alla lettera il capitolato d’appalto proponendo menù biologici e a km 0. Ecco perché – conclude – ritengo pretestuosa e contraddittoria la protesta dei genitori che prima dicono che il cibo non è di qualità e poi si lamentano che è troppo poco. Perché? Se una cosa non è buona la lasci!»