Mensa scolastica, Genitori sul piede di guerra: «Cibo scadente e fuori orario»
In quasi tutti i plessi di Corigliano-Rossano le famiglie hanno deciso di boicottare il servizio proposto dal Comune. Intanto il Comitato mensa chiede la testa della ditta appaltatrice. Martedì 23 incontro con l’assessore Alboresi
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CORIGLIANO-ROSSANO – È partita da qualche giorno una vera e propria azione di boicottaggio silente e diffusa nelle scuole comunali di Corigliano. Il motivo? I costanti e continui disagi che fa registrare il servizio mensa, gestito dalla società Siarc, aggravati da una perdurante mancanza di qualità del vitto. Questo, almeno, stando a quanto confermano i genitori rappresentati del Comitato Mensa Scolastica che, da est a ovest della grande città della Sibaritide, sta attuando questa eclatante azione di protesta.
La protesta è partita giovedì scorso, da alcuni genitori di bambini delle scuole di Corigliano e già ieri ben 300 famiglie non hanno spuntato la presenza sull’app della mensa, nonostante i loro figli fossero regolarmente presenti a scuola.
«In questo modo – si legge nella nota del Comitato Mensa Scolastica – i genitori hanno rifiutato il pasto servito dalla mensa scolastica sopperendo con un pasto sostitutivo portato da casa; così denunciando, oltre alla mancanza assoluta di qualità del cibo servito ai bambini, anche il forte disagio causato dagli innumerevoli disservizi verificatisi nelle scorse settimane».
Insomma, un vero e proprio ammutinamento. Per fatti che se venissero acclarati dagli organi competenti sarebbero gravissimi. Alcune scuole, infatti, per come denunciano i genitori «si sono viste recapitare il pranzo dopo le due del pomeriggio, con grande disagio per l’organizzazione scolastica e per i poveri bambini (anche quelli della scuola dell’infanzia), costretti a rimanere in attesa di un pasto per oltre due ore!»
Il caos totale
«Capita sempre più spesso – denunciano ancora i genitori - che i panini o il secondo o il contorno venga consegnato in numero inferiore alle richieste, lasciando alcuni bambini senza pasto o con pasto sostitutivo diverso dagli altri e, il tutto, senza alcuna preventiva comunicazione alla scuola o alle famiglie. In alcune scuole il pasto dei bambini della primaria o della secondaria di primo grado (che pranzano alle 13) viene consegnato insieme a quelli della scuola dell’infanzia (che invece pranzano alle ore 12) così lasciando le pietanze nei contenitori per oltre un’ora prima di servirle ai bambini». Insomma il caos totale.
Persino il personale della ditta appaltatrice del servizio sarebbe carente e nelle scuole, «dove l’allestimento della sala mensa e la distribuzione dei pasti dovrebbe essere a carico della ditta», sempre più spesso deve sopperire il personale Ata o docente.
«Cibo scadente e in razioni ridottissime»
Qualità del cibo: altro tasto dolente. «È assolutamente inadeguata agli standard del capitolato d’appalto – precisano ancora dal Comitato - se non addirittura del tutto difforme». Mentre le famiglie lamentano, ancora, il mancato rispetto delle «percentuali di cibo biologico e la mancanza di varietà e diversificazione stagionale del menù».
Tutte queste cose sono state ampiamente denunciate dai membri della Commissione Mensa Comunale, riunitasi circa un mese fa e che ha espressamente chiesto, a fronte delle gravi irregolarità riscontrate, che il Comune valuti, in caso di mancato adeguamento della ditta al rispetto del capitolato, la «eventuale risoluzione del contratto oggi esistente e l’affidamento ad altra ditta del servizio, in attesa dell’espletamento della nuova gara di appalto».
La posizione dell’assessore alla Scuola, Alessia Alboresi
Intanto il Comune sembra essere solidale con i genitori e con i bambini, vere vittime del disagio. Tant’è vero che l’assessore al ramo, Alessi Alboresi, e i membri della Commissione, avevano deciso di riaggiornarsi dopo il 21 novembre, concedendo un ultimatum alla ditta per apportare i dovuti correttivi al servizio.
«Purtroppo – denunciano dal Comitato mensa - a distanza di quasi un mese nulla è cambiato e i membri del Comitato che hanno continuato a vigilare, facendo accessi quotidiani nei punti cottura, verificando le derrate, monitorando il servizio nelle scuole, sono giunti alla conclusione che fosse necessario mandare un segnale forte da parte delle famiglie ed hanno deciso di porre in atto una vera e propria azione di protesta. Da lunedì, anche molte scuole dell’area urbana di Rossano si uniranno alla protesta non prenotando i pasti della mensa».
Il valore della protesta
La protesta ha un valore rafforzativo delle richieste che verranno fatte in seno alla Commissione del 23 novembre, convocata tempestivamente dall’Assessore Alboresi, «che sin da subito si è mostrata sensibile al tema, aprendo un tavolo di confronto e investendo gli uffici comunali delle verifiche del caso». Lo scopo è quello di un’azione dimostrativa del grave disagio che si sta vivendo e di sensibilizzazione di tutto il mondo della scuola e della opinione pubblica.
«Il Comitato tutto è convinto che la refezione scolastica rappresenti un momento formativo importantissimo, di educazione alimentare nonché di socializzazione per i ragazzi. Inoltre, è indubbio che la salute psico-fisica dei nostri ragazzi sia condizionata da quello che mangiano, pertanto non potevamo trascurare la questione né sottovalutarla. La protesta – si legge a conclusione della nota - al momento continuerà sino all’esito della Commissione di martedì 23, dopo si valuterà la prosecuzione in base alle decisioni che verranno assunte».