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Trasferito il paziente parcheggiato in Pronto soccorso. Ma la sua storia è allucinante

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CORIGLIANO-ROSSANO - Storie di quotidiano scatafascio della sanità ionica. Mentre ci si chiede quando e se mai funzionerà il nuovo ospedale della Sibaritide, sulle sponde care a San Nilo continuano a ripetersi storie incredibili, fatti da incubo che vedono al centro cittadini ingari di finire tra le fauci di un sistema di assistenza pubblico vergonoso.

Appena due giorni fa vi raccontavamo del record - in negativo - conquistato dal Pronto soccorso "Giannettasio" dell'ospedale spoke di Corigliano-Rossano (leggi qui la notizia) per i tempi di degenza e attesa nel nosocomio rossanese. Un uomo, di 79 anni, arrivato il 9 agosto nel presidio di primo soccorso con dei problemi alle vie urinarie era rimasto "parcheggiato" nelle stanze del reparto per undici giorni in attesa di essere trasferito in un'unità operativa specialistica. Quegli undici giorni, nel frattempo, sono diventati tredici prima che si vedesse una soluzione. Che è arrivata oggi.

L'anziano signore, infatti, è stato trasferito nel pomeriggio in una clinica di Rocca di Neto, nel crotonese, dove - si spera - ora verrà stabilizzato e curato. 

Ma è il "viaggio" di questa storia - raccontataci dai familiari - che ha dell'incredibile e del vergognoso. Già, perché durante la degenza in pronto soccorso, per il 79enne (che nel frattempo si è sottoposto a tre tamponi molecolari) una chiamata per essere ricoverato nel reparto di Urologia di Cosenza era pure arrivata. È successo, però, che da quella chiamata dal reparto del nosocomio bruzio all'arrivo dell'ambulanza, che sarebbe servita a trasferirlo (il trasporto non poteva avvenire con altri mezzi), sono trascorse 48 ore.

Due giorni per mandare un'auto medica del 118 (non medicalizzata) e portarlo da uno all'altro ospedale all'interno della stessa provincia. Non finisce qui. Perché l'ambulanza arriva, il signore 79enne è pronto ad essere imbarellato ma nel momento di partire arriva la chiamata dall'hub "Annunziata" di Cosenza: "Il posto non c'è più. È stato assegnato ad un altro paziente" (ovviamente erano passati due giorni!).

L'uomo viene così ri-sistemato in pronto soccorso in attesa di una nuova chiamata. Nel frattempo i dolori aumentano e in reparto i medici non possono che somministrargli solo delle cure palliative. Nessun intervento specialistico. Fino ad arrivare ad oggi. 

Stamattina, infatti, giunge una nuova chiamata dalla clinica di Rocca di Neto, nel crotonese, pronta ad ospitare l'uomo, le cui sofferenze ora sono lancinanti. Alle 6 viene allertata la centrale operativa del 118, l'ambulanza arriva subito: dopo appena 9 ore. Il paziente viene trasferito e ora, dopo aver trascorso 13 giorni in attesa, "parcheggiato" in una stanza del Pronto soccorso di Rossano, potrà innanzitutto sapere qual è il male che lo affligge e, così, curarsi.

foto di repertorio

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.