Associazione Italiana Coltivatori: «Incendi, perdite strazianti»
Il Presidente dell'Associazione Italiana Coltivatori, Giuseppino Santoianni, interviene dopo i morti e le distruzioni di questi giorni
CATANZARO - «È atroce assistere da settimane alla furia delle fiamme che divorano le foreste della mia Calabria, della Sicilia, della Sardegna e delle altre zone d'Italia - si legge nella nota stampa inviata dall' AIC - dove le fiamme stanno inghiottendo vite umane insieme a un patrimonio di flora e fauna inestimabile. Il mio pensiero va agli agricoltori che hanno perso la vita mentre fronteggiavano a mani nude gli incendi: Rita e Nino Cilione di Bagaladi, morti sei giorni fa a San Lorenzo nel tentativo di salvare il proprio uliveto, il pastore di 77 anni morto a Grotteria mentre stava tentando di salvare le greggi dalle fiamme che stanno consumando le colline, il trentenne agricoltore di Paternò, morto nel tentativo di spegnere l'incendio nel suo podere.
È un bilancio che mette in risalto tragicamente ciò che affermiamo da tempo: gli agricoltori sono presidio di territori strategici per la collettività, manutentori degli inestimabili beni comuni di cui troppo spesso ci accorgiamo solo mentre li stiamo perdendo, i primi umani a perdere la vita insieme a boschi e animali proprio per la loro prossimità a questi, per il legame indissolubile che c'è tra gli uni e gli altri. Ora è il momento del lutto e del massimo sostegno a soccorritori, volontari, forze dell'ordine che stanno consegnando i criminali piromani alla giustizia e a tutti coloro che si stanno impegnando perché questo inferno finisca il prima possibile. Ma è anche il momento per attrezzarci perché tutto questo non accada più. Non in queste proporzioni e con queste perdite. Non potremmo davvero più permettercelo.
Questi giorni ci consegnano anche un'altra nera eredità che non potremo mai dimenticare. Tra i tanti boschi che bruciano ci sono anche i monti dell'Aspromonte da pochi giorni inseriti nella rete dell'Unesco come patrimonio di biodiversità unico del suo genere. Una ferita che nessuno di noi potrà dimenticare e che amplifica il dolore e la perdita umana e naturale che questi giorni dobbiamo purtroppo registrare»