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Dal degrado affiorano anche "chiazze di sangue". Sembra un film di Kubrick... ma non lo è

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CORIGLIANO-ROSSANO – Degrado e misteri nel centro storico di Rossano. Un’area in particolare, quella che si estende tra l’antica Porta dell’Acqua e i quartieri di Cozzo Interzati e Carminello e che è "solcata" da corso Garibaldi. Una zona centrale, a due passi dal municipio. Le storie di ordinaria follia, con case abbandonate diventate discariche e sottoscala trasformati in gabbie per cani tenuti in condizioni pietose, le conoscevamo già.

Oggi, a questo scenario degno di una copione di Kubrick, si aggiunge un altro elemento. Inquietante. Stamani, i cittadini di quella zona, anzi quei pochi che ancora con coraggio vivono in quella zona, si sono risvegliati con davanti agli occhi una scena macabra: il paraurti di una vecchia Fiat Punto (abbandonata e senza assicurazione) pieno di schizzi rossi e con sotto una pozza di sangue.

Purtroppo non è la scena preparata di un film dell’orrore, ma – qualcuno dice – che sia quanto rimasto di una lite furibonda che si sarebbe consumata, forse due sere fa, tra due o più persone. Si dice, si mormora… però nessuno sa o ha visto nulla.

C’è solo una denuncia del (solito) Lenin Montesanto che proprio questa situazione (come dargli torto!) non gli va giù. Ormai le denunce, al comune e alle autorità preposte, fioccano. Prima la segnalazione di una discarica a cielo aperto. Poi la segnalazione ulteriore di «un lager per pericolosi cani randagi tenuti in cattività». Poi la presenza della Fiat Punto incidentata e priva di assicurazuione. Insomma una escalation di degrado imbarazzante contro cui nessuno fa nulla. E che nel recente passato ha creato situazioni critiche come un incendio nel pieno centro abitato.

Possibile che non si intervenga? A questo si aggiunge l’ultima denuncia sempre del (solito) Montesanto che stamattina ha segnalato la presenza su quell’autovettura «abbandonata, incidentata e priva di assicurazione» e su tutto il manto stradale circostante di «evidenti macchie di sangue».

Insomma, stiamo assistendo, da mesi, ad un vero e proprio film dove ancora manca l’entrata in scena del protagonista.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.