Si torna a protestare davanti ai cancelli dell'Enel. Fermi tutti i lavoratori dell'indotto
In questi mesi nella ormai ex centrale di Corigliano-Rossano si stanno compiendo i lavori di smantellamento dell'impianto ma oggi gli operai chiedono certezza sul loro futuro lavorativo. I sindacati: «Non ci sono garanzie»
CORIGLIANO-ROSSANO - Si torna a protestare davanti ai cancelli dell'ormai ex centrale Enel di contrada Cutura a Corigliano-Rossano. Una squadra di operai dell società Sait spa di Napoli, a cui è stata affidata l'opera di smontaggio del mega-impianto termoelettrico a olio ed in particolare l'attività di scoibentazione, si è ritrovata stamani davanti ai cancelli della centrale.
Con loro anche il segretario territoriale della Uil, Luciano Campilongo, il segretario generale comprensoriale della Cgil Tirreno-Sibaritide-Pollino, Giuseppe Guido, ed il segretario generale di Cisl Cosenza, Giuseppe Lavia.
Sul posto anche gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Corigliano-Rossano che stanno sorvegliando sul corretto svolgimento della manifestazione che, al momento, si sta tenendo in forma pacifica e nel rispetto di tutte le norme anti-covid.
Stanno protestando perché il futuro lavorativo di questi padri di famiglia è avvolto nella nube dell'incertezza. A quanto pare, infatti, l'azienda non avrebbe intenzione di rinnovare i contratti. «Parliamo - dice Guido, della Cgil - di contratti a tempo determinato che in base agli accordi sindacali si sarebbero dovuti protrarre fino ad ultimazione dei lavori».
«C'è una palese infrazione degli accordi e dei diritti dei lavoratori - aggiunge il segretario generale di Cisl Cosenza, Giuseppe Lavia -. Chiediamo, pertanto, che le parti coinvolte nella vertenza,azienda appaltatrice e la stessa Enel, vengano subito a dare riscontri chiari e concreti sia sul cronoprogramma dei lavori che sul futuro stesso degli operai che ad oggi sono senza occupazione» .