Tirocinanti in piazza a Morano. Chiedono la stabilizzazione
Anche l'amministrazione comunale di Morano calabro vicina ai lavoratori
MORANO CALABRO - Quella della stabilizzazione dei tirocinanti in Calabria è una faccenda spinosa, soprattutto nell'attuale periodo di pandemia. Diversi gli aiuti anche dalla Regione ma che sembrano, però, non soddisfare le esigenze dei tanti lavoratori da stabilizzare. Per dire basta a questa condizione di precarietà, i tirocinanti di Morano Calabro ed anche alcuni di Castrovillari hanno deciso di manifestare pacificamente, questa mattina in piazza, per rivendicare i propri diritti.
Si tratta di lavoratori che per anni hanno esercitato in enti privati ma anche pubblici come il tribunale o la scuola e che, stanchi di vivere nell'ombra, vogliono certezze.
Contemporaneamente alla manifestazione nazionale, che si è tenuta nella mattinata di oggi a Roma, anche i tirocinanti del Pollino hanno voluto dire la loro in maniera pacifica e dignitosa e nel pieno rispetto delle norme anticovid.
"Il 25 luglio scadrà il nostro tirocinio e chiediamo solo di avere il diritto di un posto di lavoro - hanno detto i lavoratori che con il Recovery Found potrebbero avere l'occasione di essere regolarizzati - con 500 euro al mese dobbiamo pagare le tasse e cercare di tirare avanti. Chiediamo la stabilizzazione perché in tutti questi anni ci siamo resi utili in tantissimi ambiti lavorativi".
Anche il sindaco di Morano, Nicolò De Bartolo, e gli amministratori hanno riconosciuto il grande impegno e la dedizione dei diversi lavoratori scesi in piazza, apprezzando la pacifica manifestazione che ha coinvolto pure i colleghi di Castrovillari.
Morano, già dal 2020 avrebbe emanato una delibera di giunta per chiedere la stabilizzazione dei tirocinanti: "Come amministratori - ha detto il consigliere Mario Donadio - abbiamo sentito il dovere morale di scendere in piazza insieme a loro, anche per rimarcare il lavoro della delibera di giunta del 2020, nella quale abbiamo chiesto la stabilizzazione di questi tirocinanti. Anche se siamo in pandemia ci sono dei diritti che non possono essere dimenticati e ci uniremo ai lavoratori per urlare insieme dignità".