Sanità nel guado, al “Compagna” non si può più fare nemmeno una Tac
Lo strumento è guasto da 15 giorni, proprio da quando il Pronto soccorso del presidio di Corigliano è costretto a ricevere quasi tutte le urgenze del territorio. E tutto questo nel silenzio assordante del management ospedaliero
CORIGLIANO-ROSSANO - «Ormai visitiamo i pazienti come si faceva cinquant’anni fa, con lo stetoscopio!» È l’amaro sfogo di un operatore sanitario del presidio spoke “Compagna” di Corigliano-Rossano. Da quando il pronto soccorso dell’altro ospedale, il “Giannettasio”, è stato destinato solo all’emergenza Covid tutte le altre urgenze del territorio vengono dirottate proprio nel nosocomio di Corigliano. Qui, però, si campa alla giornata e persino un indispensabile strumento di diagnosi come quello che serve ad effettuare la tomografia assiale computerizzata (tac) è fuori uso da 15 giorni.
Di segnalazioni ne sono state fatte a iosa, soprattutto al management ospedaliero ma ad oggi – a parte un sopralluogo tecnico – non si è mosso nulla.
Il dato allarmante, una volta blindato l’ospedale rossanese destinato a prendersi cura dei casi Covid e venendo a mancare l’efficienza del secondo e unico presidio sanitario pubblico operante su tutto il territorio della Sibaritide, è che anche una caduta accidentale in questo territorio può diventare un’emergenza.
Lo lamentiamo tutti da una vita. Lo sappiamo da sempre. Ma ancora oggi che l’emergenza sanitaria ha travalicato ogni immaginabile scenario apocalittico continua a non muoversi nulla. Nessuno di chi potrebbe intervenire lo fa, mentre su questi fatti si continua ad alimentare quel becero sentimento campanilistico tra Corigliano e Rossano.
Eppure basterebbe pochissimo, in questo caso specifico, per restituire un minimo di funzionalità ai servizi di base di un ospedale spoke che – è vero – magari ha due Tac (una a Corigliano e l’altra a Rossano) ma che serve un territorio immenso, con grandi problemi di assistenza sanitaria.