Pronti, partenza e via: il 2021 sarà rigenerativo per 57 opere pubbliche ferme da anni
Il via libera, arrivato ieri 17 aprile 2021, vedrà l’avviarsi di alcune opere pubbliche entro la fine del 2021. 83 miliardi stanziati, il 44% dedicati al Sud.
ROMA – Ieri, per le 57 opere pubbliche oramai bloccate da anni (e anche ammuffite) si è finalmente smosso qualcosa: La parola del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, assieme al programma temporale per l’apertura dei cantieri e i commissari straordinari hanno permesso l’avvio, di alcuni di essi, durante il 2021 (i restanti sono ancora nella fase di progettazione).
Un primo grande passo verso un qualcosa di importante, o sarà solo l’ennesima ‘promessa non mantenuta’?
Sono stati nominati 29 commissari e dei circa 83 miliardi di euro di fondi, il 44% sono da investire al Sud. Giovannini, ministro dell’Infrastrutture, lo ha definito: «il rilancio delle opere pubbliche in Italia». Draghi ha inoltre anticipato le prime “inaugurazioni”: 5 opere per giugno, 8 a settembre, 5 in dicembre, e continuando.
Ritornando al Sud, Giovannini ha evidenziato che «la maggior parte delle opere è localizzata al Sud, ci aspettiamo impatti positivi in termini di riduzione del gap infrastrutturale tra i territori del nostro Paese». 16 infrastrutture ferroviarie, 14 stradali, 11 idriche, 3 portuali e 12 caserme di pubblica sicurezza e la linea C di Roma saranno le opere che vedranno la disposizione di questi 83 miliardi.
Sorprende di vedere anche l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria fra le opere sbloccate, che rientra nel fondo complementare al Pnrr. Assieme all’A2, anche l’alta velocità Palermo-Catania-Messina.
Intanto su 60,8 miliardi per le infrastrutture ferroviarie 28,6 sono per le 7 previste nel Mezzogiorno; 6,5 miliardi su 10,9 per le 8 opere stradali, tra cui la 106 Ionica; 462 milioni su 528 per i presidi di pubblica sicurezza; 501 milioni su 2,8 miliardi per le infrastrutture idriche, concentrate in Sardegna in gran parte e in Sicilia; 155,5 milioni, su 1,7 miliardi, per il rilancio del polo della cantieristica navale nel porto di Palermo e l’interfaccia porto-città (in tabella l’elenco completo).
I cantieri sparsi nel Paese partiranno a breve: secondo le previsioni nel 2021 se ne apriranno 20, 50 nel 2022 e 37 nel 2023.
Per velocizzare i tempi di realizzazione, in accordo coi sindacati, si lavorerà h24 e l’impatto occupazionale sarà in media di 68mila posti all’anno, raggiungendo il picco di 118 mila unità nel 2026-2027.
L’approvazione dei progetti da parte dei commissari, di comune accordo con i presidenti delle regioni territorialmente competenti, andrà a «sostituire a effetto di legge ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori», eccezione fatta per i vincoli legati alla tutela ambientale e dei beni culturali e paesaggistici, «per i quali è definita una specifica disciplina» - ha sottolineato il Presidente Draghi.
(Fonte immagine Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)