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La riqualificazione del patrimonio morale e materiale di Corigliano-Rossano passa da castelli e livelli

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CORIGLIANO-ROSSANO - Impegnarsi per riqualificare il patrimonio culturale significa tutelare la memoria di un popolo, le sue origini, le sue tradizione, il suo passato. Quante più iniziative che mirino in questa direzione ci sono, meglio è per tutti. Soprattutto per i giovani e per le nuove generazione che avranno così delle ancore identitarie a cui aggrapparsi per trovare gli stimoli giusti a rimanere, ad impegnarsi e ad investire per la loro terra.

Ieri abbiamo dato spazio ad una bella, anzi, ad una bellissima notizia giunta dal cuore delle istituzioni cittadine di Corigliano-Rossano. Il sindaco Flavio Stasi e l’assessore alla Cultura, Donatella Novellis, hanno annunciato l’approvazione in giunta di un atto di indirizzo finalizzato ad acquisire l’antica struttura fortificata di Castello San Mauro, nei pressi di Cantinella, nel patrimonio comunale (clicca qui e leggi la notizia).

È un fatto importantissimo. Per due motivi. Il primo, come dicevamo, è rappresentato dal fatto che l’Amministrazione comunale ha preso a cuore uno di quei cosiddetti “marcatori identitari” della Città, oggi in abbandono, per poterne creare un centro propulsore di cultura e, appunto, di memoria. Il secondo, invece, non meno importante, è che Corigliano-Rossano, in controtendenza rispetto alla prassi ormai consolidata nella maggior parte dei Comuni, acquisisce nuovi immobili nel patrimonio pubblico. Lo fa, come si diceva, per dare una “nuova storia” ai monumenti in decadenza ma anche per riqualificare, sia dal punto di vista urbanistico che economico, tutto quello che gli ruota attorno: borghi, quartieri e terreni. Sarà così – si spera – anche per Castello San Mauro.

E si spera anche che in questa nuova azione di riqualificazione del patrimonio materiale della grande terza città della Calabria, varata dal sindaco Stasi, si possa sciogliere presto il nodo anche attorno alla vicenda dei terreni livellari. Quei terreni ricordiamo, di proprietà comunale, che sono in gestione ai privati. Una questione che aveva suscitato tantissima polemica proprio ad inizio consiliatura, di cui si era a lungo discusso e che oggi è ancora in fase di chiarimento.

Al netto delle polemiche politiche, che come sempre lasciano il tempo che trovano, sarebbe opportuno chiarire se quanti hanno in “dote” le terre pubbliche di Corigliano-Rossano corrispondano al Comune il giusto obolo, dal momento che molte di queste “pubbliche proprietà” in uso ai privati rappresentano una fonte di guadagno importante. Per anni, da parte delle Amministrazioni comunali non è mai stato fatto un controllo vero e veritiero. Tant’è che alcuni su questi terreni, non di proprietà, ci ha pure costruito.

Ora, la strada tracciata dall’Esecutivo Stasi, verso una riqualificazione generale del patrimonio pubblico morale e materiale è quella giusta. Ed è l’auspicio di tutti che possa avere un iter senza intoppi.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.