Allarme varianti: in Calabria scoperti ceppi sconosciuti che possono resistere ai vaccini
La notizia è stata diffusa questa mattina dal Quotidiano e getta una lunga ombra sul virus che sta attanagliando la Calabria
CORIGLIANO-ROSSANO - Una variante del tutto sconosciuta e che potrebbe resistere ai vaccini. È questo il risultato della ricerca condotta al Policlinico Universitario “Mater Domini” di Catanzaro mettono nero su bianco un’autentica novità scientifica. L’indagine, come riporta il collega Carmine Elia, è stata condotta sotto la responsabilità del professor Giuseppe Viglietto. «È probabile che gli otto tamponi positivi a varianti VOC che non appartengono alla variante inglese siano mutazioni che si sono evolute in Calabria».
«La squadra – si legge nell’articolo - , supervisionata dalla dottoressa Caterina De Filippo, è completata dal team di Microbiologia del professor Giovanni Matera, da un gruppo di esperti biologi composto da Carmela De Marco, Flavia Biamonte, Claudia Veneziano ed Alessandro Sacco e dall’equipe di Malattie Infettive diretta dal professor Carlo Torti. Gli altri dottori e ricercatori che stanno partecipando alle attività di sequenziamento sono Giorgio Settimo Barreca, Nadia Marascio, Angela Quirino, Aida Giancotti, Cinzia Peronace, Angelo Giuseppe Lamberti, Luigia Gallo, Enrico Maria Trecarichi e Maria Mazzitelli».
A commentare i risultati per il giornale calabrese ci ha pensato il professor Carlo Torti. «È ormai chiaro che non siamo più di fronte ad un’epidemia uniforme – ha spiegato – e che questo virus muta molto più velocemente di quanto pensavamo ed è un dato che non ci aspettavamo. Per quanto riguarda la variante inglese abbiamo notato che sono stati colpiti pazienti più giovani, rispetto ai quali abbiamo notato un assetto citochinico particolare oltreché la presenza di un quadro di patologie gravi. È poi fondamentale alzare la guardia sulle varianti inedite VOC, che necessitano di studi più approfonditi. Si tratta di varianti non ancora caratterizzate che possono formarsi del tutto casualmente, anche attraverso ricombinazioni virali».
Lo stesso direttore dell’equipe di Malattie infettive ha sottolineato: «I tamponi analizzati nel nostro studio sono un misto. Alcuni sono casuali ed altri sono invece stati inviati proprio perché già c’era il sospetto che si potesse trattare di varianti. Per tutte queste ragioni saranno fondamentali gli sviluppi degli studi del gruppo “SCIRE”, acronimo di “Sars Cov 2 Italian Research Enterprise”, che è il progetto nazionale di studio sulle varianti in cui è coinvolto anche il Mater Domini. Solo conoscendo il comportamento del virus in tutto il Paese potremo conoscere meglio anche la nostra realtà».