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Vaccini: in Lombardia arriva Bertolaso mentre in Calabria non si ascoltano nemmeno gli appelli dei volontari

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CORIGLIANO-ROSSANO – Lo scrivevamo appena ieri: il problema tutto calabrese, nel particolare momento della campagna di immunizzazione, non è la carenza dei vaccini ma quella del personale che li deve somministrare (leggi anche Calabria ultima per vaccini, ma è il male minore...).

Già, perché se in tutte le altre regioni d’Italia e nel resto d’Europa la preoccupazione principale ad oggi è quella di reperire nuove dosi di siero da poter inoculare nella popolazione in Calabria – come sempre terra di paradossi – il problema è l’esatto contrario: più dosi disponibili, appunto, che medici somministratori.

E poco alletta il dato che oggi siamo arrivati a quota 72% (45.182 su 62.680) dosi inoculate. Perché in una regione come la nostra, che non ha altre armi che la prevenzione per combattere il virus, considerata la penuria di strutture sanitarie, avremmo dovuto avere la stessa forza propulsiva che ha avuto la Campania che ne ha già iniettate addirittura il 100,6% delle scorte disponibili (hanno recuperato la cosiddetta sesta dose).

Si pensi alla Lombardia, anch’essa tra le ultime regioni in quanto a somministrazione (la Calabria è penultima), per far fronte alla campagna vaccinale e recuperare il tempo perso, ha addirittura nominato l’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, quale commissario ad acta per le operazioni di immunizzazione.

In Calabria, invece, sembra che chi di dovere si stia rigirando i pollici. Sembra… perché probabilmente sia la struttura commissariale che il dipartimento regionale della sanità, compreso anche il presidente facente funzioni, staranno adottando una strategia per consentire che a tutti venga data la propria dose di siero immunologico nei tempi previsti dalla road map ministeriale. È chiaro, però, che i risultati non si vedono. E non si vedono perché probabilmente, ancora una volta, la turris eburnea, quella della cittadella di Germaneto e ancor prima quella del Ministero della Salute, continua a rimanere distante dal popolo.

Non solo ci sono i medici che hanno aderito al bando di Invitalia su richiesta del Commissario per l’emergenza Covid al fine di reclutare vaccinatori e che attendono di essere chiamati. Ma ora ci stanno anche tantissimi altri medici che hanno dato la loro disponibilità, in forma totalmente volontaria, per sostenere la campagna di immunizzazione della popolazione. «Io sono disponibile a dare la mia opera professionale di medico e in quanto tale sono già stato vaccinato. Se mi chiamano dall’Azienda sanitaria risponderò positivamente». Questo è quello che ci ha detto Raffaele Senatore, già primario di Nefrologia e Dialisi ed ex direttore dell’allora Asl 3 di Rossano. Ma insieme a lui, sono tanti i medici, anche quelli di base, pronti a farsi avanti.

Manca volontà o organizzazione? Delle due, una.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.