Scintille di capodanno: «Nel Giannettasio nessun cortocircuito. Mi sento offeso»
Il primario del Pronto soccorso, Natale Straface, dopo la notizia del possibile addio del dirigente medico di Chirurgia per incompatibilità ambientali parla da manager e difende l’operato dei suoi colleghi: «Queste notizie offendono la categoria»
CORIGLIANO-ROSSANO – Pensavamo che a chiarire l’atavica diatriba tutta interna alla “classe medica” dello spoke di Corigliano-Rossano, venuta fuori dopo che il primario di Chirurgia nei giorni scorsi aveva presentato (per la seconda volta) le sue dimissioni, fosse il direttore sanitario dell’ospedale. In realtà pensavamo che nessuno se la prendesse più di tanto, considerato che cortocircuiti come quello capitato con il chirurgo Guzzo (leggi anche I cortocircuiti dello spoke di Corigliano-Rossano, che rischia di perdere il primario di Chirurgia) sono all’ordine del giorno.
Invece, a Capodanno, ad uscire da quel silenzio corporativo che avvolge il “Giannettasio” è stato il direttore dell’unità operativa complessa di Pronto soccorso, Natale Straface. Che, stizzito (e non poco) fa le pulci al collega Guzzo. Il quale, però, sulla vicenda che lo riguarda non ha mai voluto rilasciare alcuna dichiarazione. «Sono un’aziendalista» ci aveva detto, aggiungendo: «Non voglio parlare di questo argomento (le sue istanze di dimissioni dall’incarico, ndr)».
E sono vere e proprie scintille quelle di Straface: «Siffatte notizie – dice il primario del Pronto soccorso di Corigliano-Rossano, indossando la toga per conto dei suoi colleghi primari e manager - offendono la categoria dei dirigenti, dello stesso management, della direzione sanitaria e dell’ambiente nel quale io lavoro. E, pertanto – aggiunge - mi sento chiamato in causa».
Straface, quindi, pone un inciso, che a suo avviso è determinante per chiarire tutta la vicenda: «Non risulta – dice - che un primario possa essere trasferito in altra sede avendo un contratto individuale. È grave – precisa - che un professionista, direttore di un reparto, abbia potuto avanzare siffatta richiesta».
È il burocratese, che risale anche le trame della dialettica medica. Ci sta. Dimissioni o richiesta di trasferimento che sia, non sta qui il problema. Il dubbio, infatti, rimane sull’esistenza o meno di rapporti conflittuali all’interno dell’apparato medico-sanitario dello spoke di Corigliano-Rossano. Che ci risultano essere abbastanza acceso. E le stesse parole infervorate di Straface lo dimostrano.
«Un primario -continua il primario di Pronto soccorso - che non intende continuare, basta che si dimetta e ritorna al posto dove prima lavorava». E poi aggiunge: «Si è data massima disponibilità e collaborazione sia da parte mia che da parte dei miei colleghi. Se situazioni conflittuali sono emerse basta parlare chiaro. Siamo stanchi – scandisce Straface - di professionisti e dirigenti che nel momento in cui individuano posti liberi più comodi e vicini alle loro residenze iniziano con escamotage e situazioni delle quali non abbiamo contezza».
Ribadiamo, il dottore Guzzo non aveva rilasciato alcuna dichiarazione sulla sua situazione lavorativa. «Sono deluso e amareggiato – continua Straface - per le accuse e le critiche all’organizzazione, del tutto gratuite e non veritiere». Lo Straface-pensiero si conclude con un messaggio al nuovo primario di Cardiologia che da ieri ha preso le redini del reparto insediato nel presidio “Giannettasio”: «Stiamo investendo in professionisti eccellenti e con l’occasione a nome mio e dei miei colleghi della emergenza diamo il benvenuto ed il nostro ringraziamento al prof. Giovanni Bisignani, direttore della UTIC (che al momento non c’è e non c’è da più di un anno! Ndr) e Cardiologia di Rossano».
Al netto delle schermaglie o - per i più moderati – delle divergenze di vedute, e delle legittime posizioni delle parti in causa, quello che viene fuori è un messaggio di disomogeneità, confusione e caos. Con un’organizzazione manageriale degna di questo nome, una “guerra tra primari”, per questioni apparentemente futili e che rischiano di danneggiare il già precario servizio sanitario all’utenza, non sarebbe mai esistita.