La scrittrice e sceneggiatrice di origini rossanesi
Anna Bruno presenta il suo ultimo libro a
Rossano. Si tratta di
"Anima Persa Anima Ritrovata. Periegesi all'interno dei giardini Vaticani",
Palombi Editori. Il testo verrà presentato a Rossano
martedì 18 aprile alle ore 17:00 presso l'Auditorium della Biblioteca diocesana Santi Nilo e Bartolomeo. Alla presenza di
don Giuseppe De Simone, direttore della Biblioteca. Gli interventi saranno affidati a
Mons. Luigi Renzo, Vescovo della Diocesi di Mileto, Nicotera, Tropea, e alla stessa
autrice Anna Bruno. Il volume verrà presentato qualche giorno prima,
martedì 11 aprile alle ore 18:30 a
Cosenza, presso Otra Vez Fair Cafè. Qui, insieme ad Anna Bruno, interverrà l'insegnante Andrea Bevacqua. Le letture saranno affidate a Fabio Napoletani.
UN PERCORSO TRIFASICO IN UN GIARDINO ECLETTICO
Il testo, parte di un più ampio progetto denominato
L'arte pittorico-simbolica del giardino, si propone come
saggio e racconto di un percorso viatico in un giardino eclettico. Dove l’autrice trascina amorevolmente il lettore, immergendosi nella storia e nella simbologia del verde e immaginifico luogo vaticano. Il
percorso trifasico, di dantesca memoria, approfitta di un
giardino eclettico e, superato il frammento di muro di Berlino, offerto a papa Giovanni Paolo II, nel 1989, attraversa il
boschetto all’inglese, per l’autrice e il suo lettore, simbolo della perdita dell’anima. Ma la perdita non è vuoto, non è assenza, assicura la
“novella Beatrice dantesca” - come definisce l’autrice Mons. Renzo -:
la perdita è rinascita. Ed è proprio nel boschetto che gli incontri con le figure mariane cominciano e si manifestano al visitatore-pellegrino come tappe necessarie al passaggio dal materiale allo spirituale.
LE ESSENZE DEI GIARDINI RIVISTE DALL'AUTRICE ANNA BRUNO
Tra un giardino e l’altro le
soglie sono passaggi definitivi per nuovi ambiti del proprio sé. "E i secoli la soccorrono – racconta Giovanni Sapia, scrittore, storico e filologo nella prefazione al testo - con il loro corredo di immaginazione, di pensiero, di poesia". E l’anima dell’autrice, quanto del suo lettore, di volta in volta accumula e assimila. E a mano a mano che risale il giardino, essa scende fino al punto più profondo del
proprio sé. E parallelamente il giardino si riveste delle sue essenze, ecletticamente così come lo avevano progettato i suoi ultimi ideatori:
Pio XI (1922-1939), il papa dei
Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) e il suo architetto
Giuseppe Momo. Ma in chiave contemporanea rivisitati dall’
autrice,
guida vaticana dal 2006 e da
Luciano Cecchetti fino al 2014 responsabile e giardiniere lui stesso dei Giardini Vaticani e delle ville Pontificie.
CAMMINO DELL'ANIMA NELL'ARTE, DALLA MORTE ALLA LUCE
La seconda soglia è la
soglia della salvezza, la ripresa dopo la perdita. E consente all’autrice e al suo lettore di entrare nel
giardino alla francese i cui viali confluiscono fino alla copia della grotta di Lourdes. Punto focale del giardino. Qui il giardino risveglia l’anima alla gioia e alla forza dell’adolescenza. Giardini che si rivestono nell’immaginazione e che a mano a mano come nude tele si offrono al ricamo e alla pittura, come fa il giardino delle rose, o ancora si ricreano ex novo e si battezzano da sé come il
giardino del Cantico dei Cantici e quello della
Contemplazione e infine quello della
Pace. Lasciato il giardino alla francese e salutata la Santa Teresa di Liesieux, si entra nella terza e lunga tappa del
giardino all’italiana, dove l’autrice si intrattiene con gli stili che si susseguono, con la
storia, e la parte cittadina del verde vaticano, ma anche col concluso
giardino teutonico ed il
giardino giapponese in fieri. Passaggi obbligati per il viandante che passa
dalla purificazione del corpo e quella dell’anima, dalla morte alla luce.
ANIME PRONTE AL RITORNO ALLA VITA
L’autrice prosegue raccontando i non più esistenti giardini di Paolo III Farnese (1468 – Roma 1549) e Clemente VIII (1592-1605) nonché quelli di papa Borghese, Paolo V (1552-1615) e le sue tardo rinascimentali fontane ancora esistenti e appariscenti. Il percorso discende, infine, dal
cortile della Pigna e, passando per quello del
Belvedere, si ferma a
piazza S. Pietro. Qui l’autrice trova il suo punto aureo, per tornare tra la folla, dopo aver congedato quanti l’avevano accompagnata. Le anime, quella sua e del suo lettore, sono pronte alla fine a
tornare nel limite della vita.