Gli accordi fra l'Ue e alcuni stati africani penalizzeranno l'
agrumicoltura italiana. Lo denunciano le associazioni agricole calabresi in un documento in cui si legge, fra l'altro, che «le scelte di Bruxelles sembrano essere quasi sempre punitive nei confronti del Sud dell'Europa. Con l'extra budget garantito all'olio tunisino - è scritto - si è dato, nei mesi scorsi, un consistente e per nulla gradito assaggio di quanto e come i rapporti tra
Unione Europea e
Stati terzi possano essere infatti estremamente pregiudizievoli per la produzione agricola ed agroalimentare italiana. Come se non bastasse quell'immotivata e dannosa scelta, eccone preparata un'altra i cui danni ricadranno sempre sugli stessi Stati e sistemi economici; si tratta, nello specifico, di un accordo di partenariato tra Unione Europea e alcuni Stati dell'
area Sud del continente africano. Un accordo - denunciano le associazioni - che è facile sintetizzare nella sua portata negativa, fino ad ora era previsto il libero accesso delle arance sudafricane dal primo giugno fino al 15 ottobre, con questa nuova ed "illuminata" scelta si estende la possibilità a tutti i Paesi firmatari e - come se non bastasse - viene ampliato anche il periodo, fino al 30 novembre, nel quale è consentito l'ingresso agevolato degli agrumi. Della "spremuta" - continua il documento - fa parte anche la scelta di ridurre progressivamente la tassazione fino a farla sparire del tutto nel 2025; quindi ed in buona sostanza, si estende il periodo, si amplia il numero dei Paesi produttori, si va verso l'eliminazione dei dazi nel periodo in cui vi è sovrapposizione delle produzioni. In più si liberalizza e si agevola l'ingresso di produzioni agrumicole provenienti da Paesi nei quali è presente la cosiddetta cbs (citrus black spot), fitopatia che non è presente in Europa. Tutti questi elementi, meritoriamente sollevati da
Agrinsieme nazionale, - si legge nel documento sottoscritto dalle associazioni calabresi - rendono evidente, senza bisogno di alcun commento, quanto paradossali siano divenute le scelte di Bruxelles che da un lato, con i fondi strutturali, vorrebbe sostenere lo sviluppo delle filiere agricole ed agroalimentari e dall'altro sigla accordi potenzialmente distruttivi. Più che crisi esistenziale siamo in presenza di schizofrenia evidente. Il nostro settore agrumicolo è a rischio e come Agrinsieme Calabria - è scritto in conclusione - ribadiamo la nostra ferma contrarietà invitando tutti coloro i quali abbiano ruoli e funzioni politiche e di governo ad attivarsi affinché non si consumi l'ennesima beffa per i produttori agricoli italiani e calabresi».
Fonte: Il Corriere della Calabria