di MARTINA FORCINITI [gallery link="file" ids="12575,12576,12574"] Non è solo questione di cognome: evidentemente, saperci fare è un affare di famiglia. Giovedì 11,
Fortunato Amarelli, amministratore delegato della fabbrica d’oro nero di Calabria, è stato il primo dei calabresi illustri ad essere omaggiato in Campidoglio alla
XXIV Edizione del Premio Internazionale “La Calabria nel mondo” promosso dal
C3 International, l’associazione dei calabresi nel mondo presieduta da
Peppino Accroglianò. E se il riconoscimento all’essere calabresi capaci è già di per sé un buon motivo per festeggiare, quest’anno essere rossanesi lo è ancor di più se il premio che l’orafo
Gerardo Sacco ha creato e consegnato ai vincitori è un'originale riproduzione in argento del
Codex Purpureus Rossanensis. Esiste una Calabria diversa da quella che dicono i mass media e che noi presentiamo ogni anno – ha dichiarato il presidente Accroglianò -. Esiste una Calabria onesta di lavoratori che con sacrificio si impegnano. Persone intelligenti ed oneste. Noi non siamo la n'drangheta. Noi rappresentiamo l'altra Calabria. I tanti calabresi impegnati nel mondo – ha spiegato il presidente
Mario Oliverio - possono dare un contributo importante alla costruzione di una prospettiva diversa per la nostra regione. Significa impegnarsi per fare cambiare il passo all'iniziativa pubblica, per riscattarne l'immagine. Perché lo stereotipo che si è affermato nella nostra terra è negativo. Serve un concorso di energia e sforzi – ha ribadito - per creare un brand Calabria che rispecchi davvero la nostra regione. Ritengo che ognuno di noi, legato alle proprie radici, abbia un debito e non è quello di celebrarne occasionalmente virtù e bellezze. Il debito è quello di dare un impegno per riscattarci e costruire un futuro diverso. Mi sono messo in campo non per costruire una carriera ma per dare un contribuito alla mia terra. Ci sono mille eccellenze nella nostra terra – ha chiosato - energie che possono contribuire a farla uscire dalle difficoltà. La nostra è una regione immersa nel mare con bellezze storiche e paesaggistiche. E' tra le più belle del nostro Paese. Insomma, ad aver trionfato non è solo quel legame tra i calabresi emigrati e la loro terra di origine che di anno in anno si rafforza e si rinnova, ma anche quel territorio a cui possono, sì, togliere tutto. Di certo, però, non patrimoni e talenti.