IL VALZER delle date sembra essere finito. Dopo infiniti tiri e molla, ipotesi, proposte, riunioni, sentenze del
Tar, in settimana la
presidente della Regione facente funzioni ha indicato la data delle elezioni che doteranno la
Calabria di un nuovo governo: il
23 novembre. E con una data ben in vista, gli “addetti ai lavori”, partiti, liste civiche, coalizioni, dovranno velocizzare e concludere quel cammino partito da lontano: candidati a presidente, liste da presentare e, soprattutto, alleanze da imbastire. A
sinistra è tutto pronto, o quasi. Le primarie si terranno il 21 settembre e vedranno in ballo, com’è noto da tempo,
Mario Oliverio, Gianni Speranza e Gianluca Callipo, mentre appare poco chiara la composizione delle alleanze e di una coalizione.gianluca Assodato il connubio con Sel e socialisti, resta da stabilire se anche in Calabria prenderà forma il governo delle “larghe intese” di renziana ispirazione, quindi Pd-Udc-Ncd. Da queste parti, però, ci scommettono veramente molto poco anche perché i colloqui fra i coordinatori di Ncd e Fi,
Antonio Gentile e
Jole Santelli, sono sempre più serrati. Che sia una prova generale di coalizione? Fra i centristi, in casa Udc, inoltre, molti non ne vogliono sentir parlare perché, per vocazione e formazione, si sentono più vicini alla destra che alla sinistra calabra. In casa centrodestra, le acque appaiono comunque agitate. Tutto pareva filare per il verso giusto come in un fiume che scorre via lento. Ma poi a Roma si dice siano arrivate le “rapide”. Dal summit del centrodestra nella capitale, da dove sarebbe dovuto uscire il nome del candidato al presidente della Regione, sembrano essere sgorgate solo acque in tempesta, al contrario di quanto fatto trapelare. E così ecco che, oltre a
Wanda Ferro, la candidata più accreditata alla carica di presidente per l’area destrorsa della regione, sulla quale sembra esserci la convergenza di tutti, all’orizzonte pare sia spuntato il forzista, ex uddiccino,
Pino Galati. Semplici sussurri? Staremo a vedere. Proprio le acque agitate nelle stanze romane – è quanto filtrato – sarebbero state la causa, o meglio la concausa, dello slittamento delle elezioni. I ben informati lo dicono chiaramente che alla base della decisione della Stasi di indire le elezioni per il 23 novembre, ci siano stati i forti dissidi di Roma. In
Provincia, invece, si voterà fra un mese sulla base delle elezioni di secondo grado. Saranno, quindi, sindaci e consiglieri comunali (una schiera di circa 1900 amministratori) ad eleggere consiglio e presidente dell’ente intermedio. Il sindaco di Cosenza,
Occhiuto, vuole sedersi anche nello scranno più importante del
palazzo di Piazza XV Marzo. Ma lo vorrebbe anche
Giuseppe Geraci, primo cittadino di
Corigliano, magari col sostegno dell’intera
Sibaritide. I sindaci degli altri comuni più importanti della Provincia,
Rossano e
Rende, quindi
Antoniotti e
Manna, non sembrano volerne sapere.