DI SERAFINO CARUSO
Il voto di domenica scorsa ha consegnato al Paese, oltre al caos mediatico e all'estrema incertezza istituzionale, anche alcune verità. E cioé che quello italiano sembra essere un popolo politicamente assopito, ma in realtà non lo è. Che la gente si è profondamente stancata di ascoltare promesse che poi, puntualmente, restano solo tali. Che in Italia c'è una forte voglia di cambiamento, ma anche di miglioramento. In questo contesto di malcontento, diffuso tanto al Centro-Nord quanto, anzi soprattutto, al Centro-Sud, si sono ben inseriti la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle. A farne le spese soprattutto il Pd, sceso a livelli mai raggiunti prima, ma anche Forza Italia, che come formazione politica trainante del centrodestra si è vista scavalcata addirittura dalla Lega. Alcune riflessioni interne sarebbe giusto farle. Senza trascendere in falsi slogan e pilotate dichiarazioni meravigliate. Se al Centro-Sud (ma percentali molto alte le ha ottenute anche al Centro-Nord) ha prevalso una forza come il Movimento 5 Stelle, beh, non è certamente per il punto programmatico del reddito di cittadinanza. Che, ricordiamo, se costruito bene non è affatto una forma di assistenzialismo. Basti vedere come funziona in Germania, ad esempio. Chi dice il contrario lo fa solo per partito preso.
SERVE COMUNQUE UN GOVERNO: 5 STELLE NON HANNO I NUMERI
Il vero vincitore di questa tornata elettorale, però, è la coalizione di centrodestra. E, all'interno di questa, la Lega di Salvini. Che ha preso voti pure al Sud. Anzi, Salvini è stato eletto proprio in Calabria. I numeri, d'altronde, parlano chiaro. La maggioranza relativa nei due rami del Parlamento appartiene a Salvini, Berlusconi, Meloni e Fitto. L'incarico di governo il Presidente Mattarella lo darà con ogni probabilità al leader della Lega. Per governare, però, grazie a una legge elettorale scritta e votata da Pd, Forza Italia e Lega, si dovranno stringere alleanze con altri partiti. La cosa più naturale sarebbe quella di fare un'alleanza con il Pd. Del resto ancora oggi vi è in carica un governo a guida Pd, più volte sostenuto da Forza Italia e dal resto del centrodestra. Insomma, si cambierebbero i fattori ma il risultato sarebbe sempre lo stesso. Adesso, grazie all'alto senso istituzionale e di responsabilità di queste forze politiche, il Pd potrebbe sostenere un governo di centrodestra. Il Movimento 5 Stelle non ha i numeri sufficienti per governare senza stringere alleanze. E, a differenza del centrodestra, un'alleanza di governo con altre forze politiche non la farà. Di Maio, però, ha chiesto l'appoggio di altre forze parlamentari su alcuni punti da approvare (tra cui il taglio dei vitalizi, tetto agli stipendi dei parlamentari, abolizione legge Fornero, nuova legge elettorale), per poi andare di nuovo al voto. Insomma, sempre una forma di alleanza è. Farà, comunque, maggiore chiarezza nel qual caso Mattarella dovesse affidargli un incarico di governo.
ELEZIONE PRESIDENTI DI CAMERE E APPROVAZIONE DEL DEF
Entro il 10 aprile il Parlamento dovrà approvare e inviare all'Unione Europea il Documento di Economia e Finanza (DEF). Il documento, cioé, che disegna la linea economico-finanziaria che vuole intraprendere l'Italia per i prossimi anni. Con ogni probabilità il 10 aprile ancora non avremo un nuovo Governo. Quindi l'onere di approvare tale importante provvedimento spetterà al Governo Gentiloni con una geografia parlamentare completamente rimodulata. Ad ogni modo il Ministero guidato da Padoan ha già iniziato a lavorare sul DEF, ma Salvini e Di Maio vorranno inserirvi linee e proposte proprie. Vedremo. Intanto all'Italia serve un Governo stabile, coscienzioso e responsabile. Dove per responsabilità si intende fare gli interessi degli italiani, cercando di abbassare il livello altissimo di tassazione, incentivare davvero i consumi, sostenere gli investimenti pubblici, cercare di creare vera occupazione. I cittadini hanno dato il segnale. Adesso spetterà alla nostra classe politica saperlo cogliere. Ognuno, comunque, si assuma tutte le responsabilità del caso.