L’
ufficio servizi sociali del Comune di Rossano, così come concepito, rischia di violare il
diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata. E’ allocato nel centro storico, in via San Nilo, in un fabbricato (ex ghiacciaia) con tre vani, di cui uno destinato al dirigente facente funzioni. Gli altri due sono destinati al personale interno, circa otto unità, tra lavoratori socialmente utili e dipendenti. Accade dunque, che soggetti con problematiche gravi e incresciose debbano raccontare fatti e circostanze alla presenza di più persone. Il che costituisce non solo elemento di imbarazzo per chi è costretto a primo impatto a doversi relazionare per questioni delicate, ma una evidente
violazione della privacy. E’ grazie al buon senso del personale interno che toglie dal disagio l’utente, in quanto creano le condizioni di un colloquio comunale isolato. Se in una stanza in quel momento ci sono quattro unità, con la scusa di una sigaretta abbondano e consentono la prosecuzione delle attività (seppure talvolta si tratta di colloqui prolungati nel tempo).
UFFICIO SERVIZI SOCIALI, DIRITTI DEL CITTADINO SPESSO VIOLATI
Ci si chiede se è mai possibile che un Comune di grandi dimensioni e con il vasto patrimonio immobiliare in suo possesso debba determinare situazioni di impaccio. Tra gli obblighi previsti all’interno della pubblica amministrazione vi è la salvaguardia e la tutela della sfera privata del singolo individuo. Occorre quindi impedire che le informazioni riguardanti la sfera personale siano divulgate in assenza dell’autorizzazione dell’interessato, od anche il diritto alla non intromissione nella sfera privata da parte di terzi. Sono diritti in capo al cittadino che, spesso, per negligenza o superficialità sono violati. Nelle ultime ore si registra la contestazione, giusta e legittima, di una mamma che ha adottato tre bimbi con differenti disabilità. La donna di volta in volta è costretta a dover prendere atto dell’attuale disposizione logistica dove è attualmente ubicato il servizio. Traballa anche la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che stabiliva come non possa esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio del diritto alla propria libertà individuale, eccezion fatta per questioni specifiche normate dalla legge. Tutti principi che trovano accoglienza nei vari accordi internazionali (Schengen, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea).
UFFICIO SERVIZI SOCIALI, TITOLARE DEL TRATTAMENTO DATI PERSONALI E' IL COMUNE
Oltre alle direttive emesse, in materia di privacy, dal Parlamento europeo e dal consiglio nel lontano 2002. Dallo stesso sito del Comune di Rossano d’altronde si rimarca: “Il trattamento dei dati personali, in sede di procedimenti amministrativi, rispetta i principi di correttezza, trasparenza e tutela della riservatezza e dei diritti del cittadino, ai sensi del Decreto Legislativo n. 196 del 30/06/2003. Il titolare del trattamento è il Comune di Rossano nella persona del Sindaco. Il titolare ha nominato un Responsabile Amministrativo Privacy e tutti i responsabili dei settori funzionali interni in qualità di Responsabili del trattamento dei dati (dalla sezione “approfondimenti” di questa scheda è possibile accedere all’organigramma dell’Ente dove, per ogni posizione sono indicate le informazioni relative alla persona che la ricopre e i riferimenti di luogo e di orario perchè i cittadini possano entrare in contatto con ciascuno di essi. I dati sono trattati esclusivamente per le operazioni relative ai servizi richiesti dal cittadino. A tal fine i dati possono essere trasmessi a soggetti terzi che svolgono attività strettamente connesse all’operatività del servizio. Il trattamento viene effettuato attraverso l’utilizzo di strumenti informatici, telematici o cartacei per i quali sono impiegate misure di sicurezza idonee a garantirne la riservatezza e ad evitarne l’accesso a soggetti non autorizzati”. Nel caso di specie si tratta di luoghi inadatti per colloqui che spesso invadono la sfera privata ed intima.
Fonte: La Provincia di Cosenza