Sarà il
Consiglio di Stato a restituire il diritto alla salute ai settantamila cittadini dei sedici comuni dell’
Alto Jonio cosentino che, dopo la chiusura agli acuti dell’
ospedale “Guido Chidichimo”, si sono ritrovati in un deserto sanitario senza alcuna garanzia per le emergenze-urgenze. Più che una certezza è un punto di domanda in considerazione del fatto che, nel corso dell’udienza tenutasi nel “Palazzaccio” a Roma, l’impressione del
sindaco di Trebisacce Francesco Mundo e dell’assessore alla Sanità Saverio La Regina, è stato di piena soddisfazione per la tesi difensiva proposta dal legale di fiducia del Comune jonico, avvocato Giuseppe Mormandi, trebisaccese doc che vive a Brindisi, in Puglia. Lo stesso avvocato Mormandi, a conclusione dell’udienza, si è detto soddisfatto soprattutto per l’attenzione che gli “ermellini” hanno dedicato al suo intervento volto a mettere in evidenza che il territorio dell’Alto Jonio non ha alcuna possibilità di fronteggiare eventuali casi di emergenza – urgenza dopo la riconversione in Capt dell’ospedale di Trebisacce. Da qui il ricorso e l’udienza del Consiglio di Stato che si è riservato alcune settimane per emettere la sentenza. C’è ottimismo in quanto il ricorso presentato dal comune di Trebisacce è, di fatto, uguale nei contenuti a quello di Praia a Mare, già discusso a Roma e con esito positivo in quanto il Consiglio di Stato ha disposto la riapertura agli acuti dell’ospedale dell’Alto Tirreno. Per analogia, la risposta degli “ermellini” dovrebbe essere identica per l’ospedale di Trebisacce che, rispetto a Praia, non ha neanche il supporto della sanità privata ed una condizione geo-morfologica del territorio ben più precaria rispetto al Tirreno cosentino. Ricordiamo che è soprattutto a causa della chiusura agli acuti dell’ospedale di Trebisacce che i presidi ospedalieri di Corigliano Calabro e di Rossano, che insieme formano l’ospedale Spoke di riferimento per l’Alto Jonio, si sono trovati in condizione di non poter garantire, o di farlo tra mille difficoltà, alcuni servizi essenziali come quelli di pronto soccorso. Non è una novità che a Corigliano o Rossano non si trovi posto e che i pazienti della Sibaritide vengano dirottati in nosocomi fuori provincia o addirittura fuori regione. Del resto, sulla inopportunità di chiudere l’ospedale di Trebisacce, presidio di frontiera che con la riconversione in Capt ha aggravato la spesa sanitaria fuori regione, si sono già pronunciati l’ex commissario Giuseppe Scopelliti, che pubblicamente ha ammesso che quel provvedimento è stato un errore, promettendo, al tempo, un intervento per il ripristino almeno del pronto soccorso. Per la cronaca, anche Mario Oliverio ha sostenuto, di recente, la necessità che l’ospedale di frontiera di Trebisacce riapra agli acuti. Fra qualche settimana sarà tutto più chiaro con la sentenza del Consiglio di Stato e l’elezione del nuovo governo regionale.