Longobucco protesta a oltranza: viadotto crollato e sanità esasperano i cittadini - VIDEO
Cresce la tensione in paese per viabilità e sanità. Da ieri cittadini e sindacati presidiano la sala consiliare del Comune contro l’isolamento del territorio, il mancato ripristino del viadotto Ortiano 2 e l’assenza di servizi sanitari essenziali
LONGOBUCCO – Continua a crescere la tensione a Longobucco. Viabilità e sanità sono al centro di una protesta che vede da ieri cittadini e sindacati presidiare la sala consiliare del Comune. A promuovere l’iniziativa è la CGIL, affiancata dalla CISL e da molti residenti, stanchi di promesse non mantenute e di servizi sanitari sempre più assenti.
Il simbolo di un territorio isolato resta il viadotto Ortiano 2, crollato ormai 26 mesi fa e mai ricostruito. Un’infrastruttura fondamentale per i collegamenti dell’area montana, diventata emblema di ritardi e rinvii. «Ci sono state indicate due date come termine ultimo dei lavori, il 30 settembre e il 31 dicembre 2025 – spiega Baratta - ma entrambe sono già state disattesa». Un’attesa che pesa non solo sulla mobilità, ma anche sull’economia locale e sulla qualità della vita dei cittadini, sempre più isolati.
Alla criticità della viabilità si aggiunge una situazione sanitaria definita «drammatica». A Longobucco mancano infatti il medico di base e la guardia medica: «Siamo qui per i bisogni primari negati», denunciano dal presidio, sottolineando come l’assenza di cure e collegamenti stia lentamente spegnendo il paese.
«Abbiamo due emergenze – ha sottolineato Tonino Baratta (Cgil) - il completamento del viadotto Ortiano 2 e la mancanza di servizi sanitari. Queste situazioni hanno portato i cittadini a manifestare nella Sala Consiliare. Il presidio continuerà ad oltranza, anche durante le festività natalizie se sarà necessario, finché non avremo notizie sicure di incontri e soluzioni concrete. Il malcontento è generale: sono problemi che ci trasciniamo da troppo tempo, con promesse non mantenute e un continuo gioco al rinvio».
Sulla stessa linea si pone anche Cisl, che guarda oltre i confini comunali: «Viabilità e sanità sono i problemi dei problemi - afferma Francesco Maria Madeo -. Serve un moto forte e popolare, perché i paesi interni non possono morire così. Non è una difficoltà che riguarda solo Longobucco, per questo è necessario creare una rete tra i piccoli comuni che, unendosi, possano chiedere politiche nazionali e regionali a favore delle aree interne». Madeo sottolinea poi come durante le festività il disagio diventi ancora più evidente: «Chi torna trova paesi sempre più poveri di servizi e più isolati, e questo accelera lo spopolamento fino al rischio di scomparsa di intere comunità».
Il presidio in Comune, fanno sapere i manifestanti, non verrà sciolto finché non arriveranno convocazioni ufficiali e impegni certi, con date chiare e definitive. A Longobucco la protesta diventa così un grido d’allarme che punta a trasformarsi in un caso simbolo della crisi dei piccoli centri dell’entroterra calabrese.