La 6^ edizione di "Tarsia città dell'Olio in Festa" conferma la sua visione territoriale
«Un cammino che guarda ora anche oltre l’olio, verso l’ulivo e l’oliva stessa, con l’ipotesi di valorizzare l’oliva dolce di Tarsia»
TARSIA – Quando una comunità sceglie di raccontarsi attraverso il proprio prodotto identitario, non celebra soltanto un’eccellenza agricola, ma afferma una visione. Con la sesta edizione di Tarsia città dell'Olio, svoltasi nei giorni scorsi, la comunità ha ribadito con forza che innovazione e tradizione non sono poli opposti, ma parole che, insieme, costruiscono futuro.
«Questa festa – afferma il Sindaco Roberto Ameruso – è il frutto di una scelta chiara e coerente che l’Amministrazione comunale porta avanti da anni: valorizzare l’extravergine non solo come prodotto di qualità, ma come elemento culturale, espressione del territorio, della sua storia e della sua capacità di innovarsi senza perdere autenticità. Una manifestazione voluta e costruita nel tempo, che ogni anno rinnova il proprio significato, mantenendo saldo il legame con le radici e aprendosi, progressivamente, a nuove prospettive».
Promossa nell’ambito di Tarsia Musealè, progetto finanziato con risorse POC 2014/2020 Azione 6.8.3, la sesta edizione ha visto una partecipazione attiva del mondo associativo, parte integrante del tessuto sociale del territorio. Un coinvolgimento che il Primo cittadino ha voluto ringraziare, sottolineando come la scelta di Palazzo Rossi, sede delle Riserve Naturali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati, rappresenti fin dalla prima edizione il segno preciso che l’olio rappresenta un ponte tra agricoltura, ambiente e cultura. Una sede condivisa con realtà come Amici della Terra ed il Museo Civico e della Civiltà contadina e del Circolo Anziani, che rafforza il valore simbolico e operativo della manifestazione.
Finanziata dall’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), la sesta edizione della kermesse ha registrato una significativa presenza istituzionale, a conferma del ruolo che Tarsia ha assunto nel panorama regionale. Coordinati da Sara Scarola, curatrice del Museo Civico e della Civiltà Contadina, tra gli interventi, si sono registrati quello dei consiglieri comunali delegati all’Agricoltura e alla Cultura, Fausto Molino e Roberto Cannizzaro, per le Riserve naturali quello di Roberto Marchianò, della presidente della VI Commissione consiliare Agricoltura Elisabetta Santoianni, il collegamento dell’Assessore regionale Gianluca Gallo e la partecipazione del Sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, in qualità di coordinatore regionale dell’Associazione Città dell’Olio. Un percorso, quest’ultimo, che ha consentito a Tarsia di entrare in una delle reti nazionali più importanti per la promozione dell’olio extravergine d’oliva e delle cultivar territoriali, rafforzando il lavoro sulla Roggianella di Tarsia, già valorizzata attraverso la Denominazione Comunale di Origine (De.Co.). «Un cammino che guarda ora anche oltre l’olio – sottolinea il Sindaco - verso l’ulivo e l’oliva stessa, con l’ipotesi di valorizzare l’oliva dolce di Tarsia».
Determinante il contributo del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), rappresentato dal ricercatore Fabrizio Carbone, che ha riportato al centro del dibattito il Piano Olivicolo Regionale e i suoi obiettivi strategici. Proprio grazie al lavoro scientifico svolto, Tarsia ha potuto isolare il DNA della Roggianella, riscontrando differenze significative rispetto a piante della stessa cultivar presenti in comuni limitrofi. Il microclima locale ha infatti generato caratteristiche organolettiche, chimiche e biologiche uniche, rendendo l’oliva e l’olio di Tarsia un prodotto distintivo, non replicabile.
«Uno degli elementi centrali emersi dall’evento è la volontà di fare da ponte tra il mondo della cultura e della ricerca – Università, CREA e Istituzioni scientifiche – e quello dei produttori. Un’alleanza necessaria – precisa ancora - per garantire qualità, innovazione nei processi meccanici e nelle tecniche di coltivazione e raccolta, ma anche una promozione consapevole, capace di aprire nuovi mercati, in particolare quelli esteri, dove la domanda di oli di eccellenza continua a crescere».
«La vera sfida – conclude Ameruso – è continuare ad alzare l’asticella. I dati parlano chiaro: la Calabria produce oli di altissima qualità. Sta a noi accompagnare questa eccellenza con innovazione, ricerca e una narrazione corretta, capace di trasformare un prodotto straordinario in un ambasciatore del territorio.Tarsia città dell'Olio in Festa, quindi, si conferma così non solo un evento, ma un laboratorio di visione, dove tradizione e futuro trovano un linguaggio comune».
L’evento è stato impreziosito dal percorso degustativo esperenziale Memoria di Tarsia e Radici d’Olivo con Fileja Calabrese con lo show cooking a cura dello chef narrante Emilio Pompeo; Pane e Olio con lo chef Andrea Zazzaro, Olio Armentano e Olio Lento; Dal Mio orto a casa tua a cura de Le delizie di Rita; Dolci tipici della tradizione a cura del Circolo Anziani Santa Maria Santissima; degustazioni di vini con Akra Vini di Calabria; e l’intrattenimento musicale Gli amici del Folk.