Risolta la vicenda del fermo pesca 2022: giustizia per la marineria di Schiavonea
Dopo una lunga battaglia burocratica, grazie il Ministero dell’Agricoltura riconosce il diritto dei pescatori esclusi per errore materiale
CORIGLIANO-ROSSANO- Finalmente, si è conclusa positivamente la complessa vicenda legata al fermo pesca del 2022, che aveva messo in difficoltà numerosi pescatori della marineria di Schiavonea. L’ammissione al premio per l’arresto temporaneo dell’attività di pesca era infatti stata compromessa da errori materiali, con conseguenti pareri negativi da parte della Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro e l’avvio delle pratiche verso l’archiviazione per presunta mancanza del requisito del “periodo aggiuntivo di arresto temporaneo obbligatorio”.
L’ex senatrice e avvocato Rosa Silvana Abate, in stretta collaborazione con un gruppo di pescatori, ha seguito con determinazione l’intera procedura, predisponendo un ricorso formale al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Al ricorso è stata allegata documentazione “incontestabile”, dalla quale emergeva chiaramente che i giorni aggiuntivi di fermo erano stati non solo rispettati, ma addirittura superati.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto al sottosegretario Sen. Patrizio La Pietra, che, una volta appresa la vicenda, ha messo in contatto Abate con i funzionari competenti del Ministero, i quali si sono occupati della pratica con “estrema celerità e competenza”.
Nel corso dell’ultimo incontro, svoltosi lo scorso 16 ottobre, la pratica è risultata evasa positivamente, restituendo giustizia ai pescatori coinvolti.
«Questo risultato – sottolinea Abate – rappresenta un importante esempio di come la legalità e l’esercizio dei propri diritti non debbano mai essere confusi con un favore politico o personale».
La battaglia ha richiesto studio, incontri e dialogo costante con le istituzioni: diversi confronti con la Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro, che Abate ringrazia per la collaborazione, e tre ulteriori incontri con i funzionari ministeriali. Grazie a questo impegno è stata anche evitata l’archiviazione di una pratica di arresto definitivo (rottamazione) di un motopeschereccio, inizialmente compromessa dallo stesso errore materiale.
«Purtroppo – conclude Abate – i diritti negati ai cittadini e ai lavoratori sono ancora troppi, e troppo spesso la politica si mostra sorda alle loro istanze. Il mio impegno resta quello di essere sempre vicina alla mia gente, senza alcun interesse personale, ma con la sola volontà di difendere la giustizia e la dignità del lavoro».