I ritardi sulla linea jonica fanno insorgere il Coordinamento Nazionale Docenti: «La mobilità è un diritto»
Il Cnddu denuncia i gravi ritardi nei lavori di elettrificazione della jonica, sottolineando i disagi sociali (soprattutto per studenti, docenti e malati), economici e turistici che colpiscono quotidianamente quest’area di Calabria

SIBARI - Anche il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (Cnddu) è intervenuto sul tema del diritto alla mobilità nella fascia jonica calabrese manifestando grande preoccupazione per i ritardi e le interruzioni continue che stanno interessando i lavori di elettrificazione della linea ferroviaria Sibari–Crotone–Catanzaro Lido. Un’infrastruttura di vitale importanza per l’intera Calabria jonica e, soprattutto, per l’Alto Jonio, da sempre isolato e ai margini dei processi di sviluppo del territorio.
È utile infatti ricordare che ogni qualvolta un’opera strategica subisce rallentamenti, i territori che più avrebbero bisogno di collegamenti stabili restano ulteriormente marginalizzati e penalizzati. I ritardi non sono solo un fatto tecnico, ma diventano un problema sociale ed economico che pesa direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini.
Il Cnddu fa presente che, ad oggi, la situazione è la seguente: «La tratta Crotone–Catanzaro Lido è chiusa dal 20 gennaio 2025 e resterà interrotta fino al 7 settembre 2025 per consentire l’avanzamento dei lavori; La tratta Sibari–Crotone è stata riaperta solo temporaneamente per il periodo estivo, ma tornerà a essere sospesa dal 1° ottobre 2025 fino ai primi mesi del 2026; Gli obiettivi ufficiali di RFI fissano il completamento entro il 2026, ma la banca dati ministeriale Silos indica come data presunta di fine lavori il 16 giugno 2027».
«Questi dati, forniti da fonti istituzionali, - evidenziano con rammarico - fotografano con chiarezza il rischio di uno slittamento temporale che avrebbe ripercussioni pesanti sul territorio. La mobilità non è un privilegio, ma un diritto fondamentale, strettamente connesso alla dignità della persona e alla possibilità di accedere ai servizi essenziali».
Sul piano sociale, studenti e pendolari devono affrontare viaggi molto più lunghi con bus sostitutivi, mentre chi necessita di cure mediche in altre città incontra ostacoli aggiuntivi. Non si tratta solo di trasporto non agevole ma di un isolamento sistematico che mina la qualità della vita delle comunità locali.
Sul piano turistico, le aree ricadenti in questa fascia, ricca di storia e bellezze naturali, si trovano penalizzate proprio nei mesi cruciali della stagione estiva, compromettendo l’immagine e l’attrattività del territorio.
Sul piano economico, infine, la scarsa affidabilità della rete ferroviaria riduce la competitività, scoraggia investimenti e genera costi aggiuntivi per famiglie e imprese.
È doveroso sottolineare che «dal punto di vista tecnico-scientifico - osservano ancora dal Coordinamento - l’elettrificazione di una linea a binario unico di circa 170 km, in condizioni ordinarie e con più fronti di lavoro attivi, può essere completata in un arco temporale stimato di 18–30 mesi. Il fatto che nel caso calabrese la previsione reale si estenda fino a oltre tre anni conferma un divario significativo tra tempi tecnicamente realizzabili e tempi effettivamente previsti, divario che si traduce in un evidente danno sociale e territoriale».
Il Cnddu, pertanto, chiede con forza che la politica, a tutti i livelli, «garantisca la concreta attuazione dei tempi di realizzazione già comunicati, assicurando trasparenza sugli avanzamenti e responsabilità nella gestione delle scadenze».
«Il Mezzogiorno, e la Calabria in particolare – concludono - non possono più essere condannati a vivere nella logica dell’attesa perpetua: la ferrovia jonica deve diventare simbolo di riscatto e modernità, non l’ennesima testimonianza di promesse disattese. Il CNDDU ribadisce che la mobilità sostenibile è oggi un diritto umano emergente: senza un trasporto efficiente, equo e rispettoso dell’ambiente non è possibile garantire uguaglianza, inclusione e futuro ai cittadini».