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Centrale del Mercure, sindacati e politica commentano la sentenza della Corte Costituzionale

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LAINO BORGO -  La Corte Costituzionale boccia la legge calabrese sul divieto agli impianti a biomasse nei parchi accogliendo le tesi dei comuni della Valle del Mercure e del Consorzio Valle del Mercure, dei sindacati e di tutte le organizzazioni che a vario titolo hanno scelto la linea dell'unità in difesa degli interessi del territorio e della difesa dell'occupazione. Con la sentenza n. 134/2025 depositata oggi, la Corte Costituzionale ha dichiarato infatti l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, commi 1 e 2, della legge della Regione Calabria n. 36 del 2024, che prevedeva un ''divieto assoluto'' di realizzazione ed esercizio di impianti a biomasse con potenza superiore a 10 MW all'interno dei parchi nazionali e regionali calabresi. Una norma che, secondo la Corte, ha violato la competenza statale in materia di energia (art. 117, comma 3, Cost.) e ha leso il principio di libertà di iniziativa economica (art. 41 Cost.), oltre ad aver introdotto una ''norma-provvedimento arbitraria e irragionevole'', rivolta di fatto a un solo impianto: la centrale del Mercure.

I commenti di politica e sindacati

La sindaca di Laino Borgo, Mariangelina Russo: «Quella di oggi è la vittoria del territorio e di chi ha creduto alla logica dell'unità per difendere il territorio e l'occupazione di uno dei comparti strategici e sostenibili che si realizzano nel comprensorio. Oggi, dopo mesi di attesa, tiriamo un sospiro di sollievo e guardiamo con fiducia al futuro produttivo e di sviluppo che la centrale del Mercure rappresenta per l'intero territorio. Sapevamo di avere contenuti ed elementi utili a far valere le ragioni in difesa dell'occupazione e della coerenza ambientale che la centrale ha maturato in anni di controllo severo rispetto alla sua sostenibilità, e ci fa piacere che le argomentazioni portate avanti nella nostra linea di difesa siano state opportunamente considerate e ritenute valide. Apriamo con oggi un nuovo capitolo che ci vede guardare al futuro possibile, senza dimenticare la tutela dell'ambiente (che è un nostro fiore all'occhiello) e la salvaguardia dei posti di lavoro». 

I segretari Michele Sapia (UST CISL Cosenza) e Raffaele Bavasso (FLAEI CISL Calabria): «Accogliamo con grande soddisfazione la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della norma che avrebbe comportato la chiusura della centrale del Mercure, mettendo a rischio oltre 1.200 posti di lavoro legati alla filiera forestale. Si tratta di una vittoria importante per i lavoratori, per le famiglie e per un'intera comunità che in questi anni ha dimostrato compattezza, dignità e determinazione nel difendere il proprio diritto al lavoro e allo sviluppo sostenibile del territorio». Lo dichiarano in una nota commentando la sentenza della Corte Costituzionale. Come organizzazione sindacale, abbiamo sostenuto fin dal primo momento la battaglia contro una norma che, oltre a essere ingiusta e retroattiva, avrebbe avuto effetti devastanti sul piano occupazionale ed economico in un'area già fragile. La sentenza ristabilisce un principio fondamentale: la tutela del lavoro non può essere subordinata a scelte politiche miopi o ideologiche. Ora che la giustizia ha fatto il suo corso, è tempo di guardare avanti. Chiediamo con forza che si apra una fase nuova, fatta di investimenti, programmazione e garanzie per l'intera filiera, affinché la centrale del Mercure non sia solo un presidio produttivo salvato, ma un motore di sviluppo duraturo per la Valle del Mercure e per tutto il territorio cosentino. La tutela dell'ambiente e il diritto al lavoro possono e devono convivere. La politica ne tragga insegnamento: il dialogo con i territori, il rispetto della legalità e la centralità del lavoro devono tornare al centro di ogni scelta».

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale: «La sentenza della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale la legge regionale sul divieto generalizzato di impianti a biomassa nei parchi naturali rappresenta una vittoria del diritto, del buon senso e delle Comunità che in questi mesi hanno lottato con determinazione per difendere il proprio territorio, il lavoro e la dignità delle istituzioni. È una sentenza – proseguono i consiglieri dem - che ristabilisce la verità e smaschera definitivamente l’arroganza del centrodestra e di Occhiuto che hanno voluto costruire una norma ad hoc per colpire un’esperienza virtuosa, come quella della Centrale del Mercure, solo per assecondare logiche ideologiche o interessi di parte. Come gruppo del Pd, avevamo denunciato sin dal primo momento la palese incostituzionalità della norma e l’inaccettabile forzatura politica con cui è stata portata avanti, persino imponendo una questione di fiducia e impedendo il ritorno del testo in Aula, in spregio alle decisioni assunte dalle Commissioni e alle richieste avanzate dai sindaci e dalle comunità locali. Abbiamo abbandonato l’Aula per protesta – ricorda il gruppo dem -, di fronte a un Consiglio umiliato nel suo ruolo e trasformato in mero esecutore passivo di decisioni prese altrove. Oggi, la Corte riafferma che le regole non si cambiano in corsa e che le istituzioni non possono sottrarsi al rispetto dei principi costituzionali, della libertà d’impresa e del legittimo affidamento. La verità è che si è tentato di chiudere un impianto che produce energia da fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Europa e garantisce occupazione stabile per decine di famiglie e coinvolge oltre 1.200 lavoratori nella filiera. Un impianto che, per di più, svolge un ruolo essenziale nella manutenzione attiva del territorio e nella prevenzione degli incendi, operando nel rispetto dei più alti standard ambientali, come confermato dai dati ufficiali dell’Arpacal e dagli studi scientifici dell’Osservatorio Ambientale. Ora si volti pagina. La politica regionale esca dalla logica degli scontri ideologici e assuma un approccio pragmatico, orientato allo sviluppo sostenibile, alla tutela dell’ambiente e al rafforzamento della filiera foresta-legno-energia. Il futuro della Calabria si costruisce con scelte concrete e partecipate, non con diktat e imposizioni dall’alto. Il gruppo del Pd continuerà a battersi per difendere le prerogative del Consiglio regionale, per dare voce ai territori e per affermare una visione moderna, ecologica e inclusiva dello sviluppo. Dopo questa sentenza, è ancora più evidente chi ha agito con responsabilità e chi, invece, ha giocato sulla pelle delle comunità e sulla stabilità economica di un’intera area. Adesso si garantisca la piena operatività dell’impianto e si avvii un confronto vero sul futuro energetico e produttivo della nostra regione».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.