Co-Ro, gatto non soccorso perché mancano gattili: morto per avvelenamento
Animal Protection Italia: «Quanto accaduto oggi non può che confermare quanto arretrate, disorganizzate e incompetenti siano le istituzioni preposte alla tutela del benessere animale»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Quanto accaduto oggi a Corigliano-Rossano, area urbana di Corigliano, non può che confermare quanto arretrate, disorganizzate e incompetenti siano le istituzioni preposte alla
tutela del benessere animale!»
Inizia così la nota stampa di Animal Protection Italia, che continua: «E sì, perché ormai siamo ben esperti di cani, canili accalappiamenti, sterilizzazioni, microchip e quant’altro, ma se succede qualcosa ad un
povero gatto, il sistema va in tilt. Oggi abbiamo assistito al peggior scaricabile che si potesse immaginare mentre la vita di un povero gatto, la cui unica colpa è quella di essere randagio di questa città, si spegneva su un freddo marciapiede dinnanzi ai nostri occhi impotenti! Questa mattina, in via Locri a Corigliano Scalo, la titolare di un salone di estetica ha rinvenuto un gatto moribondo davanti alla vetrina del proprio negozio e pensando che il gatto fosse stato investito ha contattato alcune volontarie della nostra Associazione per chiedere aiuto».
«La volontaria Teresa Giuliano si è subito recata sul posto trascorrendo tutta la mattina e metà del pomeriggio al telefono tra Assessore, vigili urbani, veterinari Asp e chiunque avesse competenza nel merito, senza però ottenere alcun risultato. I vigili urbani sono intervenuti ma senza poter effettuare alcun recupero, i veterinari Asp, prima tutti irreperibili poi indisponibili a recarsi sul posto perché non sapevano dove ,come e soprattutto dove mandare il povero gatto perché non ci sono gattili ... insomma la povera Teresa dopo mille peripezie e dopo che il veterinario Asp è stato chiamato persino dall’Onorevole Straface, si è messa il gatto in macchina e lo ha portato fino a Trebisacce dove purtroppo è morto prima che il veterinario
potesse fare qualunque cosa».
«Il gatto è stato comunque visitato post mortem ed è stato accertato non che fosse stato investito ma bensì un avvelenamento da sostanze corrosive che comunque non gli avrebbero dato possibilità di sopravvivenza. La cosa inquietante emersa in tutta questa vicenda è che sebbene la legge 45/2023 parla chiaramente di
benessere degli animali d’affezione, senza specificare se cani o gatti, si è tristemente scoperto che non esiste alcuna convenzione, alcun luogo, alcun ambulatorio o alcun servizio di recupero che consenta di salvare la vita ad un povero gatto! Nessuno ha nemmeno la più pallida idea di cosa fare e soprattutto nelle situazioni di emergenza la responsabilità morale e umana di dover intervenire continua a ricadere sempre solo ed esclusivamente sui poveri volontari!».
«Allora noi dell’associazione Animal Protection Italia vogliamo dire solo e soltanto una cosa… vergogna! Abbiamo perso tutta l’umanità, abbiamo perso ogni amore e rispetto per il creato! Ci auguriamo che nessuna delle persone che si girano dall’altra parte e rimangono indifferenti rispetto alla sofferenza degli animali sia andata in chiesa in questi giorni di festa, il Signore sarà sicuramente indignato e disgustato da tanta cattiveria e disumanità. Qui si apre una nuova battaglia, un nuovo capitolo della lotta al randagismo, al
maltrattamento ed ai soprusi verso gli animali, chiederemo chiarimenti nelle opportune sedi!» concludono.