La Cisl chiede di attuare il piano regionale di gestione dei rifiuti
Per Lavia occorre compiere uno sforzo straordinario sulla strada dell’economia circolare, avanzando sulla raccolta porta a porta spinta e introducendo meccanismi di tariffazione puntuale, per far pagare tariffe più basse a chi ricicla e differenzia di più e butta meno
COSENZA - Dal Green Deal, al Pnrr, la transizione ecologica è la sfida del futuro.Nel Pnrr la missione 2 Rivoluzione Verde e transizione ecologica vale 59 miliardi e la componente specifica M2 C1 Economia circolare e agricoltura sostenibile vale 5,27 miliardi. 2,10 miliardi per migliorare la gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell’economia circolare.
Sull’investimento 1.1. Realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e ammodernamento degli impianti esistenti, per la provincia di Cosenza sono stati approvati 45 progetti per un importo complessivo di 32 milioni di euro circa. Gli obiettivi principali: la realizzazione di nuovi impianti di trattamento e riciclo (in particolare per i rifiuti organici) e l’ammodernamento degli impianti esistenti, il potenziamento della raccolta differenziata.
La Regione Calabria ha in questi giorni adeguato il uso Piano di Gestione dei Rifiuti (PRGR) alle nuove direttive europee sull’economia circolare ponendosi obiettivi ambiziosi, perché arrivare al 65% di riciclo al 2035, significa raggiungere l’80% di raccolta differenziata, dopo aver fallito l’obiettivo del 65% al 2020.
Nel 2022, infatti, la percentuale di RD in Calabria è stata del 55%, in crescita rispetto al 53% del 2021, con la media nazionale al 65%. Nella provincia di Cosenza la percentuale di raccolta differenziata 2022 è del 60,4% in crescita di tre decimali di punto.
Un quadro non omogeno, con comuni come Paola che raggiungono l’80%, Cosenza al 60%, Castrovillari al 63%, Corigliano Rossano e Scalea che non raggiungono il 40%.
Occorre compiere uno sforzo straordinario sulla strada dell’economia circolare, avanzando sulla raccolta porta a porta spinta e introducendo meccanismi di tariffazione puntuale, per far pagare tariffe più basse a chi ricicla e differenzia di più e butta meno. In Calabria ancora nessun Comune ha introdotto la tariffazione puntuale. In Italia, invece, lo hanno fatto 1.117 comuni per oltre 8 milioni di abitanti.
La situazione più critica è sul versante degli impianti. Pochi e vetusti, quelli pubblici. In un ciclo che non è chiuso i costi per i cittadini restano troppo alti.
La realizzazione di due eco-distretti previsti per la nostra provincia, la costruzione di linee Remat, piattaforme di recupero e riciclo moderne, potevano rappresentare una opportunità per trasformare i rifiuti da problema in risorsa e per creare occupazione.
Una moderna impiantisca consente una raccolta differenziata pulita in grado di massimizzare il contributo dei Consorzi di Filiera CONAI ai Comuni, che possono così abbassare le tariffe ai cittadini e consente con il trattamento della frazione umida di produrre anche compost di qualità per l’agricoltura.
Come troppo spesso accade alle nostre latitudini, i progetti restano sulla carta.
Nel caso dell’eco distretto da realizzare al posto dell’impianto esistente ormai obsoleto di Trattamento Meccanico Biologico di Corigliano Rossano, il finanziamento di oltre 50 milioni di euro, è fermo al palo.
Per il secondo eco-distretto non si è riusciti nemmeno a individuare una localizzazione.
E così dalla sindrome Nimby (Not In My Back Yard, ossia non nel mio giardino) si passa alla sindrome Nimto (“not in my terms of office” cioè “non durante il mio mandato elettorale”), con la conseguenza che troppe risorse restano ferme e troppi investimenti bloccati.
Occasioni sprecate, anche per cogliere le tante opportunità di sviluppo legate all’economia circolare, al riciclo e soprattutto al riuso, alla capacità di dare nuova vita ai prodotti.
Al Commissario dell’Autorità Unica Regionale Acque e Rifiuti Gualtieri il compito arduo di smuovere la situazione, dopo decenni di annunci e miliardi spesi con scarsissimi risultati.