Una situazione imbarazzante, a Co-Ro le bici elettriche del Comune buttate in un pozzo comunale
La denuncia di Mario Smurra: «Un’inaccettabile spreco di risorse pubbliche. L’Amministrazione comunale dia conto alla città»
CORIGLIANO-ROSSANO– «Se nel 2018 ci chiedevamo che fine avessero fatto le biciclette a pedalata assistita, oggi abbiamo una risposta alla nostra domanda: sono finite in quella che, a tutti gli effetti, è una discarica abusiva all’interno degli spazi del municipio. Le immagini parlano da sé. Una parte di quelle 30 green bike, acquistate dall’allora Comune di Rossano per un costo di 60 mila euro, utili già allora a sostenere il complesso processo della transizione ecologica, è stata smaltita abusivamente. Dove? Nel pozzo luce del parcheggio multipiano comunale di viale Aldo Moro insieme a copertoni d’auto, vecchi estintori e altri oggetti di plastica. Giacciono lì, non si sa da quanto tempo, in un melmoso acquitrino; un cimitero di rottami nel cuore della città».
È quanto denuncia il vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltura (FNA) e Presidente nazionale di EPAS - Ente di Patronato e di Assistenza Sociale, Mario Smurra che chiede al Sindaco Flavio Stasi di spiegare pubblicamente come mai quelle biciclette si trovino in quello stato.
«Questa è disattenzione istituzionale e spreco delle risorse pubbliche. Cinque anni fa – aggiunge Smurra - chiedemmo all’allora Commissario prefettizio, dato l’inutilizzo delle biciclette, di metterle a disposizione di associazioni ed enti sociali (allegata foto bicilette anno 2018) che operano in città in modo che potessero essere utilizzate. All’epoca non ricevemmo risposta. Ma almeno – precisa – sapevamo che le 30 bici rimanevano custodite nei locali del parcheggio comunale a prendere polvere e senza manutenzione».
«Oggi, a distanza di un lustro, scopriamo che da oggetti inutilizzati sono diventati rifiuti pericolosi smaltiti abusivamente in un angolo buio di quel parcheggio pubblico di proprietà delle istituzioni locali, lontano da occhi indiscreti. Il dramma è che il responsabile finale di questo gesto non è un qualsiasi cittadino incivile ma nientemeno che il Comune, quell’ente giuridico preposto al controllo, alla promozione e alla tutela delle buone pratiche di educazione civica».
«Vogliamo sapere dall’Amministrazione comunale chi doveva controllare e invece si è reso responsabile di questo danno del patrimonio pubblico. Siamo di fronte ad un atto terribile che dimostra la negligenza di chi avrebbe dovuto occuparsi di strumenti di sostegno alla mobilità sostenibile oltre che di fronte all’ennesimo spreco di risorse pubbliche di cui prima o poi qualcuno dovrà rispondere. Molto probabilmente – conclude - siamo di fronte all’ennesimo tentativo dell’attuale amministrazione di annientare tutto quanto era stato costruito e realizzato con decoro, lungimiranza e visione da quanti hanno governato prima».