Un’idea per rivitalizzare i centri storici: acquisire e riaprire i vecchi cinema/teatro
Decine di compagnie teatrali amatoriali animano la grande città di Corigliano-Rossano, nessuna però ha una “casa” per provare opere e scene. Eppure ci sono decine di locali in disuso: l’esempio del “Cinema Italia”
CORIGLIANO-ROSSANO - Il vecchio cinema rossanese “Ferrini”, che nonostante abbia cambiato denominazione in cinema “Italia”, ancora riporta alla memoria di chi lo ha frequentato il nome originario, è ancora li in attesa di essere ristrutturato e riportato a nuova vita.
La città di Corigliano Rossano vanta diverse compagnie di teatro dialettale e dilettantistico che vengono ospitate nel Teatro Paolella, scrigno di bellezza antica, ma per le prove ognuna si arrangia come può.
Sarebbe bello ed utile recuperare il vecchio cinema per farne un laboratorio teatrale ed anche per rivitalizzare il centro storico rossanese.
I locali sono di proprietà della famiglia Mercogliano, comprati dal caro don Ciccio, di felice memoria, nel 1954, quando il Supercinema di Antonio Ruggeri divenne il Cinema Italia per effetto della nuova denominazione di sapore patriottico che Francesco Mercogliano diede all’impresa, avendone acquistato i locali da Tommaso Orlando e divenendone proprietario e gestore.
«Nella gestione mio padre associò l’intera famiglia e ciascuno di noi diede il contributo che poté: mio fratello Pietro, mia madre e le mie due sorelle, Concetta e Rosalba, e naturalmente io – dichiara il preside Gennaro Mercogliano - sicché, all’età di quattordici anni, mi trovai immerso in quel paterno bene interiore, condividendo con lui una passione che rimane in me sempre viva».
Don Ciccio Mercogliano gestiva il cinema con poco spirito imprenditoriale, ma con tanto spirito sociale e solidale. Non era raro infatti, vederlo chiamare i ragazzi che se ne stavano davanti alla porta, speranzosi di entrare, accompagnando qualche adulto. Se non arrivava nessuno, era lo stesso don Ciccio a chiamarli per farli accomodare in sala.
I locali sono ancora li e non è stata modificata la loro conformazione, tramutandoli in altro (abitazioni o magazzini), la famiglia crediamo sia disponibile a recuperarli, allora perché non farci un pensierino?
La domanda la rivolgiamo agli amministratori cittadini che sicuramente valuteranno questa possibilità.