Olivo sulla rotazione del personale: «Utile se supportata da formazione, dannosa se fatta per ripicca»
L’obiettivo prioritario da salvaguardare: il consolidamento ed eventuale miglioramento degli standard di efficienza della macchina comunale
CORIGLIANO-ROSSANO – La consigliera comunale Adele Olivo interviene sulla questione relativa ai continui trasferimenti del personale nel comune di Corigliano-Rossano.
«Ben venga la rotazione – afferma -, principio fondamentale del buon andamento, della trasparenza e dell’efficienza della pubblica amministrazione, se il percorso, auspicabilmente graduale e non motivato da altre dinamiche, venga comunque accompagnato da adeguata formazione dei dipendenti e dei responsabili rispetto ai nuovi ruoli d’ufficio loro assegnati».
«L’obiettivo prioritario da salvaguardare in ultima analisi dovrebbe essere sempre e comunque il consolidamento ed eventuale miglioramento degli standard di efficienza della macchina comunale e segnatamente la continuità nella capacità di risposta e problem solving di uffici e settori, soprattutto nel caso di importanti progetti in itinere che rischierebbero di ritardarsi o fermarsi».
«Ciò vale a maggior ragione – prosegue – per quegli uffici e quei ruoli che richiedono determinate, precise e cruciali esperienza e competenza in assenza delle quali o in assenza della necessaria formazione ad hoc ogni buona intenzione connessa al turnover rischia di implodere e di produrre abbassamento del livello delle performance interne ed esterne nonché disagi ai cittadini-utenti».
«In assenza, come sempre e purtroppo, di un’adeguata comunicazione istituzionale sulle scelte e sugli indirizzi politici dell’Esecutivo portati avanti dai dirigenti, il nostro auspicio è che la bussola di taluni spostamenti, di fatto operati e fatti subire agli interessati come tracciati su una carta geografica da colorare a piacimento, spostamenti che appaiono per questo scriteriati quanto meno per le modalità, i tempi di attuazione, l’assenza di formazione preventiva ed un coordinamento generale, non sia da attribuire – conclude Olivo – ad obiettivi di ripicca o punizione, ben diversi da quelli generali prescritti dalle norme».