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Pale eoliche nel Porto di Co-Ro: Ad altri l’energia pulita, a noi un cantiere di enormi dimensioni

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CORIGLIANO-ROSSANO - «Sul porto di Schiavonea tutti tacciono! La quiete prima della tempesta? Tace il sindaco Stasi, al quale informalmente avevamo chiesto un incontro (lo rinnoveremo formalmente), e tacciono gli altri politici. Sia il sindaco Stasi che due rappresentanti regionali della Sibaritide erano presenti all’incontro che il 15 novembre scorso si è tenuto con l’Ammiraglio Agostinelli, presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, alla presenza dell’assessore regionale alle infrastrutture l’ingegnere Dolce. Eppure dovrebbero dirci qualcosa considerato che si è parlato del futuro del nostro porto e soprattutto in merito al fatto che da porto destinato allo sviluppo del turismo e da potenziale volano delle eccellenze agroalimentari del territorio, presto diventerà sede di un cantiere per la costruzione e l’assemblaggio di pale eoliche».

È quanto scrive Rosa Silvana Abate, presidente del comitato “Il porto di Schiavonea” che così continua: «E questo è esattamente quello che ha già dichiarato, come progetto sul porto di Corigliano, dal palco del ‘ Meeting dell’amicizia tra i popoli’ di Rimini, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari del Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli: “Consentitemi la suggestione visionaria. Considerando la geografia/orografia del paese e collegando fra loro molte missioni del Pnrr, stiamo immaginando che questi due porti minori possano diventare negli hab di produzione di parchi eolici off-shore (c’è ne sono tre in attesa di autorizzazione in Puglia e Calabria) con possibilità di servirne ulteriori anche all’estero”. Questo, quindi il progetto dell’Ammiraglio Agostinelli sul porto di Corigliano».

«Tradotto, tutto questo significa che il porto di Corigliano si trasformerà per buona porta in una sede che accoglierà un cantiere (al momento in Italia e nelle nazioni limitrofe non ne esistono) in cui “turbine, alte come la Tour Eiffel, sarebbero interamente costruite e assemblate e poi traslate via mare nei parchi di produzione” dell’energia elettrica. La visione che si ha quindi del nostro porto è trasformarlo in un cantiere per la costruzione di manufatti enormi con tutto quello che ne consegue per consentire a tutto il mondo la produzione di energia pulita. Ad altri l’energia pulita, a noi un cantiere di enormi dimensioni (e non ne conosciamo affatto l’impatto sull’equilibrio del porto, sull’eco sistema del porto e del territorio, sul centro abitato a ridosso del porto, sulla pesca, sui pescatori e sul turismo). I pescatori poi sarebbero relegati in un angolo e dovrebbero convivere con il traffico di enormi imbarcazioni destinate a trasportare in tutto il mondo “turbine alte come la tour Eiffel”! E per questo, dovremmo anche utilizzare i soldi del piano di ripresa e resilienza, che invece altrove porterà tecnologia, digitalizzazione e infrastrutture».

«Sarebbe “una opportunità irripetibile a un territorio, se pensate che Corigliano è un porto moderno e da sempre abbandonato a sé stesso, una immensa, inutilizzata cattedrale nel deserto”, continua Agostinelli. Chi ha permesso negli anni che il porto diventasse una cattedrale nel deserto? Perché il porto di Corigliano è stato completamente abbandonato e ridotto in questo stato? A queste domande si dovrebbe dare una risposta. Ben conosciamo l’incessante lavoro fatto per ottenere lo sblocco delle procedure per arrivare alla fine e vedere la luce di un bando di gara per l’assegnazione del cantiere dell’alaggio e varo o per avere l’elettricità e l’acqua sulle banchine del porto. Ma ora, il pericolo che il nostro porto possa diventare un grande cantiere per la costruzione di pale eoliche senza avere neanche la possibilità di verificare cosa sia questo cantiere e quale conseguenza avrà tale attività sul porto, sull’ecosistema, sul territorio, sui pescatori, sugli abitanti, sulla costa e sul turismo, è forse un vero salto nel vuoto. Pensiamo che questo sia un “esperimento” che il porto di Corigliano proprio non merita. Il tutto con la promessa di qualche posto di lavoro».

«In altri porti si programma l’arrivo di ben 35 navi da crociera nel 2023 e da noi si porta “l’artiglieria pesante”. E allora il sindaco Stasi, in primis, riceva con urgenza il comitato “Il porto di Schiavonea” e dica con chiarezza cosa bolle in pentola e cosa è stato programmato sul porto di Schiavonea e a seguire la stessa chiarezza sia anche utilizzata dai rappresentanti regionali presenti all’incontro del 15 novembre con Agostinelli e anche dall’assessore regionale alle infrastrutture ing. Dolce. La popolazione, la marineria di Schiavonea e la Sibaritide tutta deve essere portata assolutamente a conoscenza di cosa si vuole portare sul territorio» conclude.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.