La Valle del Celadi che non ti aspetti, qui nasce un fiore carnivoro raro: ecco la Pinguicola hirtiflora
Una pianta carnivora rarissima che si temeva fosse stata spazzata via dall'alluvione che ha colpito Corigliano-Rossano nel 2015 e invece ritorna a ripopolare la zona Sic. Anche in questo caso serve un processo di consapevolezza
CORIGLIANO-ROSSANO – Una specie di pianta carnivora di cui si registrano esemplari solo a Rossano nel raggio di centinaia di chilometri. La Pinguicola hirtiflora è una pianta molto rara e vegetali lontanamente simili si trovano solo arrivando sulla Costiera Amalfitana.
La specie ha fatto del territorio rossanese, nello specifico nella zona della Valle del torrente Celadi la sua colonia. L’area Sic, Sito di interesse comunitario, in questione è stata colpita nel 2015 dalla devastante alluvione del 12 agosto che ha interessato quella che oggi è la città di Corigliano-Rossano, ma nonostante i danni dovuti al dissesto idrogeologico, la tenace pianta sta ritornando a ripopolare e colorare con i suoi petali il terreno.
L’esemplare che è un importante testimonianza della biodiversità che popola la zona, sta ritornando a crescere e fiorire, a dimostrazione del fatto che nonostante il disastro avvenuto qualche anno fa di cui ancora sono presenti i segni anche nella memoria di chi l’ha vissuto, tenacemente ritorna a colorare la zona di Celati.
Il vegetale che presenta petali di un rosa vivace attorniati da foglioline verdi, si nutre di insetti e moscerini che proprio tra le foglie formate da minuscoli “peli”, restano intrappolati da un liquido vischioso che con il suo luccichio attira i malcapitati e, attraverso la produzione di una sostanza enzimatica che serve a digerire le prede, queste diventano cibo.
Una piantina che nel complesso sistema della natura, trova nuovamente il suo spazio e ritorna a rendere più varia la diversità di organismi vegetali che popolano la zona Sic della Valle del Celadi, che con le foreste di Rossano, il Farnito di Corigliano, il vallone Sant’Elia di Paludi, la Fiumare del Trionto e così di seguito, rendono l’area dell’alto Jonio cosentino un “giardino botanico a cielo aperto”.
Ragion per cui è indispensabile essere consapevoli di questo patrimonio inestimabile di cui il territorio è prolifico e di cui gli stessi abitanti e le istituzioni sono custodi.