Maria ad Nives, i marinai, la gente in spiaggia e quelle emozioni che si estendono su tutto il litorale di Corigliano-Rossano
Una celebrazione sentita da migliaia di persone che hanno atteso fino a sera il rientro della Madonna cara ai marinai: il lungo corteo di pescherecci, centinaia di barche. Questa è una festa che può essere traino per il turismo
CORIGLIANO-ROSSANO – Il ritorno dopo due anni di stop dovuti al covid, della processione in mare della Madonna ad Nives venerdì 5 agosto, ha avuto un seguito di migliaia di persone, fedeli e anche solo curiosi bagnanti che nel pomeriggio ha visto le spiagge di Schiavonea pullulare di gente.
Nella preparazione delle barche già nel primo pomeriggio sono stati coinvolti familiari, parenti e amici dei capitani dei pescherecci che avrebbero, da li a qualche ora partecipato alla celebrazione. Il porto di Corigliano-Rossano nonostante il sole battente di agosto, non ha fatto demordere i marinai devoti. Questa ricorrenza è infatti molto sentita dai pescatori della flotta di Corigliano.
L’emozione di decorare la barca che ha trasportato la Madonna è stata sicuramente fortissima da parte della famiglia Sarli, che per ore, sotto al sole, si è data da fare con nastri e tutto il necessario per affrontare la sacra traversata.
I bambini tra i fedeli più entusiasti, perché questo legame con la processione in mare del 5 agosto viene trasmessa da padre in figlio.
Spettacolare l’avvio del motopeschereccio Antonino Padre, seguita da tutte le altre, agghindate in omaggio alla Madonna. Le spiagge colme di persone mentre i fuochi d’artificio tuonavano al passaggio delle barche e dei pescherecci.
Da Schiavonea a Sant’Angelo un continuo di gente che salutava al passaggio della madonna della Neve, anche al rientro, la sera verso le 21, ancora la spiaggia, nelle ore in cui si vedono le stelle e il mare è calmo, la sfilata delle barche tutte illuminate, è spettacolare.
Sulla rotta di rientro al porto, in prossimità della Madonnina, nuovamente i fuochi d’artificio hanno colorato per quasi 15 minuti il cielo estivo del borgo marinaro.
La battigia piena di gente che da ore era in attesa del passaggio di ritorno della Mamma con il Bambino. Adulti e adolescenti, intere famiglie. Un saluto da parte degli abitanti di Schiavonea che non voleva finire, una devozione che ha fatto brillare una parte di costa in modo splendido.
Sensazioni uniche e coinvolgenti, difficili da trovare in un qualsiasi angolo di costa del Mediterraneo. Già, perché i rumori, le luci, queste emozioni possono essere solo una prerogativa identitaria di questo angolo di Calabria. Servirebbe solo che questa festa, che ha tutti i tratti distintivi dell'essere "marcatore identitario" potrebbe davvero essere un traino per il turismo. Se solo ne avessimo maggiore consapevolezza, se solo sapessimo promuoverla oltre i confini del nostro territorio.
Nella festa, infatti, che da quando Corigliano-Rossano si trovano ad essere un'unica e grande realtà si spinge fino alle coste rossanesi in una processione in mare straordinaria, rimangono delle lacune culturali. Che vanno superate. E paradossalmente non sono lacune del popolo. A Rossano, sul lido Sant'Angelo, c'erano tantissime persone, come a Schiavonea, a salutare la Vergine della Neve che benediceva sulle acque la sua gente. Tutte assorte e in preghiera. A Rossano, però, non c'era alcun segno di festa proprio come se quella lunga e travolgente celebrazione fosse qualcosa di "estraneo", circoscritta a Schiavonea. Gli stabilimenti balneari silenti e persino la chiesa di Sant'Angelo, che celebra anche lei la Madonna del Mare, non aveva alcun atteggiamento di festa. E mentre la gente rimaneva affascinata per quella processione in acqua dalle declinazioni magiche, l'intero contesto rimaneva al buio. Proprio come se quel momento non appartenesse al loro mondo. È una mentalità, purtroppo, fuori dal tempo. Che cambierà - ne siamo certi - cambierà.