Il mare calabrese in una situazione a rischio tossicità. L'allarme del generale Salsano
Il comandante della Legione Calabria dai rilevamenti effettuati dai vari corpi dell'Arma su oltre 200 km di costa, avverte della presenza nei mari di residui metallici. Controlli a tappeto sui depuratori

CORIGLIANO-ROSSANO – Il comandante della Legione Calabria dei Carabinieri, generale Pietro Salsano, lancia un allarme preciso sullo stato di salute delle coste calabresi: «I dati che stiamo elaborando, denotano che la Calabria è in una condizione ambientale fortemente delicata, con ripercussioni negative che potrebbero riversarsi non solo sul sistema imprenditoriale nel suo complesso, ma anche sulla salute di tutti i consumatori».
Le dichiarazioni scaturiscono dai dati rilevati dalle indagini condotte dai carabinieri, nell’ambito dell’operazione Deep 1, su oltre duecento chilometri di costa regionale, in 48 impianti di depurazione e numerose aziende produttive. Scientificamente supportati dall’Arpacal e dall’istituto Dohrn.
Quello che ne esce fuori è un dato preoccupante, che ha acceso una polemica forte tra i calabresi, molti dei quali denunciano un’alto stato di degrado e sporcizia delle acque marine, nonostante varie bandiere ecologiche assegnate.
Secondo Salsano infatti, i residui tossici trovati non riguardano solo gli agenti microbiologici, ma soprattutto componenti di metalli pesanti che, venendo assorbiti dagli animali e dai vegetali marini, finiscono anche nel “circuito alimentare umano”.
Dopo aver controllato 48 depuratori nella regione ed averne bloccato alcuni comunali, i carabinieri hanno rivolto un appello alla popolazione calabrese, attraverso le parole del generale: «Qualsiasi attività inquinante segnalatecela. Stiamo lavorando intensamente per ridurre al minimo gli impatti negativi, salvaguardando i cittadini e le attività imprenditoriali connesse».